La “disdicevole” consuetudine dei cartelli di imprese negli appalti pubblici. A questa scomoda titolo sul cosiddetto mercato alterato ha dato un profilo politico-giudiziario Piercamillo Davigo, uno dei protagonisti della travagliata stagione di Tangentopoli e oggi presidente della Seconda Sezione Penale presso la Corte di Cassazione. Davigo, che è stato anche presidente dell’Anm, l’ Associazione nazionale magistrati, è intervenuto all’ Università, nel Silos di Santa Marta, durante l’incontro organizzato nell’ambito del corso di Storia delle imprese e del management tenuto dal professor Sergio Noto. Il magistrato di Mani pulite da sempre sostiene che “l’attività principale dei vari governi che si sono susseguiti non è stata quella di rendere più difficile la corruzione, ma quella di rendere più difficili le indagini e i processi sulla corruzione. Sono state cambiate le leggi per fare assolvere gli imputati. Secondo Davigo, “centrodestra e centrosinistra si sono sempre dati da fare non per contrastare la corruzione ma per contrastare le indagini sulla corruzione”. Corteggiato dagli M5s e non soltanto, l’ex presidente dell’Anm non perde occasione per ribadire che la sua traiettoria è lontana da un incarico politico. “Non intendo né candidarmi ad alcuna elezione politica né assumere alcuna carica politica né di governo, anche perché i magistrati non sono in grado di fare politica, né tantomeno lo sarei io”. è il suo refrain. Piuttosto, l’ex pm di Mani Pulite, leader della corrente di Autonomia e indipendenza, non smette di sottolineare le critiche anche puntute al Consiglio Superiore della Magistratura. “Fate passare davanti quelli che hanno fatto politica: questo è il problema”, è il suo leitmotiv.