Il Traforo delle Torricelle, lungo o corto, a due o a quattro corsie, è l’opera più richiesta dai veronesi in questo momento insieme con il collegamento ferroviario dalla stazione di Porta Nuova all’aeroporto. E tutti e due, sarà un caso, non sono in cima alle priorità della politica e su questo molti potrebbero trovare anche un momento per riflettere e come dice Zaia, ragionarci sopra.
Per esempio, la scelta dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Tommasi di mettere in soffitta l’idea di un passaggio a nord per favorire la strada di gronda tra l’A22 e la Marangona con una nuova tangenziale ovest sulla quale dirottare i 53 milioni che la società A4 sta conservando per Verona ha spiazzato tutti.
Sono moltissimi infatti gli automobilisti veronesi che ritengono prioritario creare un collegamento tra Poiano Ca’ di Cozzi, scavalcando la strettoia di Veronetta del Teatro Romano, alleggerendo le Torricelle e lungadige San Giorgio.
Il sondaggio lanciato dalla Cronaca di Verona sui social ha raccolto in poche ore oltre 160 commenti e i no al Traforo si contano sulle dita di una mano.
Per il tunnel c’è un consenso trasversale, non è una questione di schieramento politico bensì di necessità quotidiana per raggiungere l’ospedale di Borgo Trento, l’azienda dove si lavora, i servizi di quartiere. E arrivano anche suggerimenti e proposte. C’è chi vorrebbe 2 corsie, chi quattro; altri si fermerebbero in via Mameli, altri prolungherebbero l’opera fino a Parona per intercettare la Valpolicella.
Ma il Pums lo boccia: “Troppi problemi”. Il centrosinistra: “Aumentiamo le zone 30 nei quartieri e la sicurezza stradale davanti alle scuole”
Di Traforo si parla da 40 anni e ne passeranno altrettanti, “ma se fossimo in Trentino l’avrebbero già bell’e fatto”, osserva una lettrice, ricordando come nella provincia a noi vicina siano stati realizzati molti tunnel nelle valli per evitare intasamenti di traffico. Perché come ricorda un altro lettore, le auto che passerebbero nel traforo produrrebbero sicuramente un inquinamento minore rispetto alle centinaia di vetture intasate e ferme a Veronetta. E poi c’è chi propone di accompagnare il traforo, corto o lungo che sia, con una Ztl per residenti in borgo Venezia e a Veronetta per evitare ancora attraversamenti da est a ovest.
Il senso comune comunque è che il Traforo ci dovrebbe essere già da 20 anni e che è vergognoso trovarsi ancora a discuterne, che sia corto fino a Valdonega o lungo fino all’Adige, a pedaggio o meno. “Teatro Romano, Ponte Pietra e San Giorgio: non è accettabile violentare in questo modo una delle zone storico/monumentali più belle di Verona”, sottolinea un lettore.
Del resto, come ricorda un altro affezionato della Cronaca di Verona, già nel 1990, cioè più di 30 anni fa, Verona era favorevole al Traforo delle Torricelle, per cui è difficile non tenerne conto per chi amministra o interrogarsi ancora se vada fatto o no. Il nostro semplice sondaggio è soltanto una conferma di questa volontà popolare. A chi amministra spetta il compito di trovare la soluzione migliore e meno costosa, magari con una strada urbana a due corsie, una sola canna e diramazioni per i quartieri: Valdonega, Avesa, Quinzano. Progetti nei cassetti, come quelli dell’architetto Cenna per la una nuova zona Fiera e Verona sud che abbiamo pubblicato ieri, ce ne sono a volontà a Palazzo Barbieri. Basta andare a recuperarli e spolverarli.
Ma nel Pums licenziato dall’aula l’altro giorno, si parla d’altro e per la maggioranza il Traforo andrebbe a creare più problemi di quelli che potrebbe risolvere. Dice infatti il gruppo consiliare del Pd: “Quello che abbiamo approvato è un Pums in cui il 60% delle osservazioni presentate dalle Circoscrizioni, enti, comitati di cittadini e associazioni sono state valutate positivamente consentendo di rafforzarne i contenuti sulla sicurezza stradale, soprattutto davanti alle scuole, e gli interventi di moderazione del traffico per vivere meglio nei quartieri”.
Per il Traforo delle Torricelle e il tunnel sotto lo Scalo merci “i problemi di queste aree vanno affrontati in modo più organico considerando il benessere dei quartieri, il sistema della viabilità cittadina e gli obiettivi di riduzione del traffico a motore. Per noi una soluzione è buona se funziona e dà risposte ai problemi, e in questo senso traforo e tunnel sembrano creare più problemi di quanti siano in grado di risolverne. Lasciamo volentieri alle opposizioni il vezzo di trasformare le opere pubbliche in bandiere politiche”.
Verranno usate le opere compensative della Tav per sistemare alcune criticità nei quartieri: “Ribadiamo che la priorità è affrontare le criticità di saturazione del traffico in centro e nei quartieri. A questo obiettivo vanno primariamente indirizzate le opere compensative della Tav: risolvere i punti critici e riunire questi interventi alle opere di riqualificazione e rigenerazione urbana”.
E infine Traguardi sottolinea l’inserimento nel Pums “l’aumento delle Zone 30 e il potenziamento della sicurezza stradale davanti alle scuole”.
Filovia e piste ciclabili dovrebbero fare il resto.