“La Regione ha proposto l’autostrada Nogara – Mare Adriatico per il Recovery Plan. Una buffonata inqualificabile! L’opera non potrà MAI rientrare in quel Piano!” Così il Senatore Vincenzo D’Arienzo, capogruppo PD Commissione Infrastrutture.
L’autostrada regionale “Medio Padana Veneta Nogara – Mare Adriatico” è presente nel Piano Regionale dei Trasporti della Regione Veneto dal 2004 e da allora è stata sempre e puntualmente riproposta.
Il percorso dell’opera copre il tratto compreso tra il casello di Nogarole Rocca sulla A22 e Adria (Ro), per una lunghezza di 107 km.
Si tratta di un’opera rilevante, perché si connette con l’Autostrada A31 Valdastico in Comune di Canda (Ro) e con l’autostrada A13 Padova-Bologna in Comune di Villamarzana (Ro). In prospettiva, il tracciato dell’opera dovrebbe terminare sull’Autostrada Orte-Mestre (quando questa verrà a sua volta realizzata), in corrispondenza di Adria (Ro).
“L’iter dell’opera è bloccato in quanto nel 2018 la Regione Veneto ha messo in discussione la sussistenza del preponderante interesse pubblico e la rispondenza della nuova strada alle esigenze di programmazione regionale e sostenibilità economica-finanziaria. Infatti, il concessionario aveva chiesto un contributo alla Regione pari a 1,2-1,8 miliardi di euro.
La decisione regionale di sospendere tutto è stata anche confermata fino al Consiglio di Stato al quale si era rivolto il concessionario che aveva portato avanti il project financing dell’opera.
Il livello progettuale è preliminare e manca l’approvazione del Cipe alla revisione del medesimo.
Ciò nonostante, come il miglior prestigiatore, Zaia ha inserito l’asse autostradale nelle proposte che la Regione ha inviato allo Stato per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per 2 miliardi di euro, ma con priorità 2, ovvero “necessario ma non indispensabile”, quindi, un progetto di serie B”, prosegue D’Arienzo.
“Una presa in giro mai vista, con connotati da beffa. Fa specie vedere il giochino: nel 2019 la Regione ne blocca il project financing (e vince contro i ricorsi), poi la conferma nel Piano Regionale Trasporti a luglio 2020 e adesso chiede i soldi del Recovery Fund per pagare il proprio contributo pubblico che la concessionaria aveva chiesto – pari tra 1,2 a 1,8 miliardi di euro – ragione per la quale aveva bocciato tutto e vinto fino al Consiglio di Stato.
Un’evidente presa in giro.
Inoltre, non solo il Recovery Fund non finanzia i contributi ai concessionari, ma l’autostrada non potrà MAI rientrare nel Recovery Plan perché l’attuale livello dell’iter procedurale non consente di concluderla entro il 2026, termine temporale affinché un’opera possa rientrare nel Piano ed essere finanziata.
Insomma, una carnevalata di Zaia di cui la bassa veronese non aveva bisogno”.
Ora la partita prosegue. Vedremo le reazioni di Zaia, chiamato in causa in maniera diretta da D’Arienzo. Un “match” destinato a riservare ancora parecchie sorprese.