La Questio de aqua et terra è l’unica opera organica di Dante Alighieri che esibisca una datazione topica e cronica: Verona, chiesa di Sant’Elena, 20 gennaio 1320. Il testo si presenta nella forma della classica questio disputata in cui un magister universitario espone la propria tesi rispondendo e confutando di volta in volta le obiezioni degli avversari: Dante affronta il tema dell’emersione delle terre rispetto alla sfera dell’acqua che secondo la fisica aristotelica diffusa all’epoca del poeta, doveva in linea teorica ricoprirle interamente.
A settecento anni da questo evento l’Università di Verona in collaborazione con altre prestigiose università, quali University of Notre Dame, Scuola Normale Superiore di Pisa, Katholieke Universiteit Leuven, e nell’ambito del Protocollo d’intesa per le celebrazioni dantesche promosso dal Comune di Verona, con un intervento diretto della Biblioteca Capitolare di Verona e del Museo diocesano d’arte di San Fermo Maggiore, ha organizzato un convegno internazionale di due giorni, in programma il 20 e il 21 gennaio, per approfondire aspetti del testo e del contesto storico-culturale nel quale prese forma il trattatello di Dante. L’iniziativa è stata presentata lunedì 13 gennaio, in Sala Arazzi di Palazzo Barbieri, da Arnaldo Soldani, direttore del dipartimento di Culture e Civiltà, Tiziana Franco, docente di Storia dell’arte medioevale, Francesca Briani, assessore comunale alla Cultura, e Francesca Rossi, direttrice dei Musei Civici di Verona e Roberto Mazzei, direttore dell’Archivio di Stato di Verona.
“Lo scopo – ha detto Paolo Pellegrini, docente di filologia italiana – è quello di coniugare la serietà scientifica con l’apertura a un pubblico di non specialisti in un’ottica di alta divulgazione.