L’agricoltura veronese paga un conto salato per l’ondata di maltempo che ha colpito negli ultimi giorni, con precipitazioni violente e vento, la provincia scaligera. Coltivazioni sott’acqua, alberi e vigneti divelti, frutti sbattuti a terra, impianti antigrandine distrutti, serre e stalle scoperchiate ma la lista dei danni e quella dei comuni colpiti dal maltempo, che perdura ancora, rischia di allungarsi. E’ quanto emerge dal primo monitoraggio della Coldiretti provinciale sugli effetti della devastante ondata di maltempo che con trombe d’aria, tempeste di grandine e nubifragi ha investito la provincia veronese provocando danni incalcolabili nelle campagne.
Dopo le prime segnalazioni avvenute nelle zone vicine alla città, nella bassa Valpantena, Bussolengo e Pescantina – evidenzia Coldiretti Verona – con reti antigrandine divelte nelle stesse campagne già interessate dal precedente nubifragio per il quale ancora non si è conclusa la rilevazione dei danni, la violenta perturbazione ha interessato le località di Montecchia di Crosara e Roncoleva’. In queste zone raffiche di vento hanno scoperchiato edifici e annessi rustici facendo volare serre e impianti di protezione delle colture. Danni a macchia di leopardo anche a vigneti nelle zone di Soave, Colognola ai Colli, Peschiera e Lazise.
“I nostri tecnici sono al lavoro per la valutazione dei danni, per l’assistenza alle aziende agricole e per poter attivare i sopralluoghi di Avepa, Agenzia per i pagamenti in agricoltura, della Regione Veneto. L’analisi richiederà giorni per le numerose aree colpite e per possibili altri episodi di maltempo”, precisa Giuseppe Ruffini, direttore di Coldiretti Verona. In questa fase stagionale la grandine è la più temuta dagli agricoltori per i danni irreversibili che provoca ai raccolti ma in molte aziende anche le reti stese a protezione delle piante – sottolinea Coldiretti Verona – sono state devastate dalla furia del clima. Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che – sottolinea la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con costi per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne. Gli eventi estremi di questa estate 2020 – evidenzia la Coldiretti – sono il risultato dell’enorme energia termica accumulata nell’atmosfera in un anno che è stato fino adesso di oltre un grado (+1,01 gradi) superiore alla media storica classificandosi in Italia al quarto posto tra i più bollenti dal 1800, sulla base dell’analisi Coldiretti su dati Isac Cnr relativi ai primi sette mesi dai quali si evidenzia anche la caduta del 30% di pioggia in meno nonostante gli ultimi nubifragi che hanno colpito il nord Italia che evidenziano una progressiva tendenza alla moltiplicazione degli eventi estremi.