Alessandro Gonzato
(da Yalta)
«La Russia ha il 40% delle materie prime del mondo: l’Europa, continuando a colpirci con le sanzioni, va contro i suoi stessi interessi. In cinque anni ha già buttato 200 miliardi di euro, perde molto più di noi. Per il bene di tutti torni sui suoi passi: non si possono gettare al vento in questo modo anni di accordi internazionali». Georgy Muradov, vicegovernatore della Crimea, ha appena ascoltato gli interventi di politici e imprenditori di oltre trenta Paesi che si sono riuniti a Yalta per discutere delle sanzioni imposte dall’Ue alla Russia dopo il referendum con cui nel 2014 il 94% dei cittadini della Crimea ha deciso di uscire dall’Ucraina e tornare con Mosca. I relatori fanno parte dell’Associazione Amici della Crimea”. La riunione si svolge a Palazzo Livadija, dove Churchill. Stalin e Roosevelt nel ’45 siglarono la storica pace. La speranza dei presenti è che qui, tra non molto, Ue e Mosca possano sedersi al tavolo per tornare a pianificare il futuro insieme. «Bruxelles ci penalizza, ma da quando abbiamo creato zone a tassazione zero per chi intende investire in Crimea» vuole sottolineare Muradov «molti imprenditori hanno deciso di spostare qui le proprie aziende. Gli italiani, ad esempio, stanno puntando su vino e grappe. Ci sono enormi possibilità in agricoltura, nell’edilizia, nella pesca, nella medicina». L’unico politico di casa nostra presente al summit è Stefano Valdegamberi, consigliere regionale veneto che nel 2016 ha fatto approvare una mozione con la quale l’assemblea dell’ex Serenissima ha riconosciuto il diritto della Crimea all’autodeterminazione. È tra i più cercati dalle tivù russe che seguono in massa l’evento.
«È una follia che l’Europa continui con queste sanzioni» ripete Valdegamberi ai cronisti. «È un controsenso e un’azione che va contro lo sviluppo delle nazioni». Ci sono politici da Giappone, Cina, India, Serbia, Armenia, Bulgaria, Norvegia, Grecia. Della delegazione fa parte anche l’ex ministro della Difesa greco Konstantinos Isychos (secondo governo Tsipras), politologo di fama internazionale. «L’Ue si sta suicidando economicamente» ci dice. «Questa russiafobia non ha senso. Oltretutto Mosca e l’Europa hanno un rapporto millenario. Chi comanda a Bruxelles non ha visione politica, ragiona solo a brevissimo termine anziché pensare in modo lungimirante. Ma le sanzioni non potranno durare ancora a lungo: è una questione politica oltre che economica». L’“Associazione Amici della Crimea” ha firmato un documento che invita l’Alto Commissariato per i diritti umani «a indagare sui diritti negati dall’Ue» alla popolazione della Crimea, con particolare attenzione ai minori. «La penisola è stata privata di elettricità e acqua, è stato limitato l’accesso alla salute e agli spostamenti, la libertà di vedere i propri familiari» si legge nel documento. Da queste parti i politici fanno sul serio.