Restiamo nella Settima Circoscrizione per affrontare, dopo San Michele Fondo Frugose, altre zone della città che da sotto certi aspetti possono essere considerate di pregio ma che hanno sulla loro testa grandi criticità che incombono. Per esempio l’impianto per il trattamento dei rifiuti di Ca’ del Bue, i lavori della tav con grandi cantieri e trasformazioni, una viabilità insufficiente, una valorizzazione inesistente delle aree verdi che pure ci sono, il parco dell’Adige al Giarol grande e altro ancora come Bosco Buri con villa d’epoca. Vediamo problemi e possibili risorse contenuti nelle schede del Piano di assetto del territorio predisposto dal Comune.
Basse di S. Michele. Area a vocazione agricola, la più importante nel territorio di Verona, sia a livello economico che per il benessere della città. Qui si coltivano asparagi, verze, mele, kiwi, fragole e altro ancora con produzioni di alta qualità. L’Adige fa da contorno e chiusura, c’è un patrimonio ambientale importante. Chi ci abita lo definisce “un quartiere”, viene vissuto così anche grazie all’attività aggregativa della parrocchia, al sentirsi parte di una comunità. Chi abita qui? Vivono tutte le tipologie di persone, anziani e famiglie, ma con prevalenza di anziani. Parecchie famiglie storiche che vivono ancora nella zona, mentre nella zona dietro Campagnola sono presenti più famiglie giovani. La zona è piuttosto eterogenea, le case sono abbastanza spaziose e attirano famiglie con figli. Servizi: sono state inserite le scuole. Per le persone che non hanno mezzi si chiede qualche servizio in più come le poste, negozi di vicinato perché non c’è nulla: c’è la percezione di essere “tagliati fuori”. C’è già un’area prevista per il percorso del bus e potrebbe essere il luogo dove concentrare alcuni servizi. le corse degli autobus sono scarse. Luoghi di incontro: parrocchia, che ha grande capacità di aggregare socialmente le persone (eventi significativi tipo sagra di San Rocco), campetto sportivo comunale. Reti sociali e associative: oltre alla parrocchia c’è un gruppo di cittadini che lavora per i cittadini (soprattutto per questione furti e controllo sicurezza), un Comitato che lavora su questioni ambientali e culturali (questione inceneritore). Entrambi potrebbero avere un ruolo rilevante per la valorizzazione di alcuni punti del territorio. Aree verdi: importante il fiume Adige, da preservare, l’area del Boschetto e villa Buri. Criticità. Problema rilevante: l’intensità di traffico, l’uscita della tangenziale nasce per i residenti ma viene usata da tutti, chi non è residente, però, attraversa il quartiere ad alta velocità. Infatti l’uscita per Cà del Bue lungo la tangenziale sud sarebbe ad uso dell’AMIA e residenti, ma i mezzi dell’AMIA passano ad alta velocità e attraversano il quartiere. Problemi di sicurezza stradale, soprattutto agli incroci. Sono zone molto frequentate da ciclisti, podisti e pedoni, quindi c’è un tema di sicurezza. Problema di rifiuti: esistono delle discariche abusive in territori agricoli, persone che vengono da fuori e gettano rifiuti nei campi.
Qui c’è il polmone verde della città. L’area andrebbe valorizzata collegandola con il Giarol Grande e il Parco delle Mura
Parcheggi auto da migliorare. Manutenzione strade – soprattutto zona Cà del Bue – con segnaletica stradale, soprattutto in funzione della velocità delle macchine e dei mezzi agricoli. Manca il collegamento fognario che viene richiesto. Si chiede anche di prestare maggiore attenzione alla situazione degli anziani. E’ necessario il recupero del sistema idrografico locale per la corretta gestione delle acque di scorrimento al fine di evitare alluvioni, che già si sono verificate nella zona. Di questo c’è mappatura storica dell’800 già degli austriaci, che andrebbe recuperata. Migliorare la cura e pulizia degli spazi pubblici. Sogni per il futuro. La zona agricola ha attratto varie piccole aziende (circa un centinaio che si sono sviluppate negli ultimi 20 anni, correlate a vendita diretta, fattoria sociale – agricoltura multifunzionale), e quindi l’agricoltura (con funzioni produttive ma anche sociali). L’ambiente e il territorio vanno considerati come fattori positivi da valorizzare. L’area delle Basse va valorizzata come polmone verde della città, collegandola anche con il Giarol Grande e la città, collegando il parco delle mura con l’Adige. Dopo il Covid, queste zone sono diventate spazio di sfogo per persone che vogliono camminare nel verde e andare in bici grazie alla ciclabile Pantani che parte da Villa Buri e prosegue fino a Zevio. Va capito come gestire il traffico e l’insicurezza. Alcune attività economiche occupano zone e aree di occupazione pubblica (soprattutto nella zona di villa Buri , dove vi sono problemi di traffico e parcheggio). Va rivista la logica degli insediamenti produttivi. Ci sono strade secondarie che andrebbero valorizzate, per mettere in evidenza luoghi di importanza storica, naturalistica. Non va danneggiato il territorio con ulteriori attività di discariche, smaltimento e trattamento dei rifiuti, già ne ospita una (Ca’ del Bue), con le conseguenze di impatti ambientali e di inquinamento. Non ha senso che venga creato un inceneritore, ci sono delle alternative meno impattanti. Si consiglia di considerare zone non agricole per impiantare inceneritori di rifiuti.
Porto San Pancrazio resta un’isola. Come dice il nome c’è gente che viene e che va
Porto San Pancrazio. Il quartiere, rileva l’indagine del Pat, vive una certa “inferiorità” rispetto al resto della circoscrizione. Ha dei limiti ben definiti (fiume e ferrovia) che ne fanno una sorta di isola. Conserva le caratteristiche che vengono dal suo nome, Porto – gente che arriva e gente che va. Chi abita qui? Abita una componente storica di anziani, nuovi nuclei familiari di persone originarie del Porto ma anche di chi vi si trasferisce, coppie con bambini. Inizia anche ad esserci una certa presenza di turisti con nascita di Airbnb. Forte componente studentesca per vicinanza con polo Santa Marta, Borgo Venezia e facoltà di scienze motoria, Stazione di Porta Vescovo. Vive anche una buona percentuale di cittadini stranieri, solo in parte integrata nel quartiere. Servizi: negozi non sono presenti. Scuole fino alle medie, non ci sono presidi medici, la posta. Negozi di prossimità: 2 piccoli supermercati, pochi negozietti, qualche negozio etnico. Spazi di aggregazione: Come luoghi di incontro, la parrocchia ha un grande ruolo aggregatore, poi sono presenti un centro di comunità e l’area Poggi. Oltre a ciò c’è poco altro. Reti sociali: alpini, gruppo carnevale, Avis, Auser, il Circolo noi. Purtroppo all’interno della parrocchia c’è un teatro chiuso per mancanza di risorse. Ci sono gli orti urbani degli anziani. L’unico servizio pubblico davvero a disposizione è quello delle case popolari. Aree verdi: parco dell’Adige, il Giarol grande non sempre è visto come risorsa per il quartiere per il problema della gestione. Necessità. Parco dell’Adige sud: che sia più facilmente accessibile, soprattutto per chi viene da fuori. Se ci fosse una maggiore connessione con il resto del sistema cittadino sarebbe possibile andrebbe al parco in bici, non in macchina. Impatto lavori TAV: dovrebbe essere una zona 30 ma non viene rispettata. Necessari servizi di quartiere: se la zona fosse a zona trenta e fatta per pedoni/ciclisti tornerebbero i servizi perché la gente potrebbe accedervi più facilmente. Grandi trasformazioniche siano coerenti con il quartiere e non calati dall’alto con inserimento di grandi progetti di supermercati. Si chiede un maggiore coinvolgimento dei cittadini e che le proposte possano essere discusse. Sogni per il futuro. Avere una visione organica del quartiere e del parco Adige sud con collegamento Lazzaretto, Bosco Buri. Un’effettiva zona 30 che c’è sulla carta ma non nell’effettività. Spazi pubblici nuovi e di qualità. Ci sono piccoli spazi potrebbero essere riutilizzati, come l’area all’uscita del Buso del Gato. Tema della sosta: disincentivare chi viene al Porto a parcheggiare e tornare la sera. Avere Spazi culturali, attualmente mancanti. Trasformazioni. Il quartiere si è molto trasformato negli ultimi anni, sono aumentate le lottizzazioni e costruzione nuove palazzine, con trasformazione della parte produttiva in residenziale. Nel frattempo c’è stato un decadimento della qualità fisica delle costruzioni vecchie e degli edifici pubblici. Il quartiere ha una forte connotazione per l’edilizia pubblica che però è poco mantenuta, con conseguente degrado che si ripercuote sul quartiere. C’è il rischio che diventi un quartiere dormitorio. E’ aumentato il traffico veicolare di passaggio con raddoppio del ponte e sottopassaggio di viale Venezia, ma le vie sono piuttosto strette. Aree da riqualificare. Negli ultimi 10 anni si è posta la questione delle grandi aree in dismissione, per esempio l’area degli ex magazzini ferroviari è in degrado continuo e persiste l’incognita del progetto Adige Doks, oltre al Lazzaretto, che è stato recentemente messo a disposizione. Nonostante ciò, il quartiere è un luogo attrattivo, nuove persone e famiglie vengono a viverci e ne colgono la sua attrattività, anche per via della posizione. Mobilità. Tutti passano per il Porto, ed è un parcheggio per chi va in centro o per chi va al parco/Giarol grande, ed è una zona di attraversamento da nord-est a sud della città. C’è quindi un uso della viabilità non adeguata per la struttura del quartiere. Gli abitanti usano la bicicletta o vanno a piedi all’interno, nonostante le difficoltà per la viabilità.
Una realtà nata attorno al Santuario. Madonna di Campagna si è sviluppata negli anni ‘60 grazie alle attività lavorative
Madonna di Campagna. Realtà nata storicamente attorno al santuario del 500 e sviluppata negli anni 60 con l’immigrazione di persone dal territorio (Lessinia, etc) per opportunità lavorative legate a Tiberghien, Mondadori, Officine Ferroviarie. Le costruzioni (abitazioni popolari) hanno volumetrie importanti rispetto alle superfici, il che oggi rende difficile la manutenzione, mentre negli anni 60 quando qui era tutta campagna, questo aveva più coerenza rispetto allo spazio. La crescita ha inciso anche sulla viabilità zonale che è aumentata, con pochi posti per parcheggiare e importanti arterie (statale 11, ferrovia). Chi abita qui? Per lo più persone proprietarie e anziane, le generazioni successive non sono rimaste ad abitare in zona. Immigrazione presente, africani, albanesi e rumeni e cinesi, ognuno ha un po’ la sua zona, e sono arrivati ad abitare anche per la gravitazione rispetto al polo dell’AIA. Chi ci abita è legato al mondo del lavoro (anche se non solo operaio), quindi la convivenza è vivibile/pacifica. (si vede anche dal mix delle classi scolastiche, considerato positivamente). Criticità. Aree verdi carenti, piazza con giardini storici, un paio di parco giochi ma una delle aree verdi verrà utilizzata per parcheggio scambiatore. Servizi: un Istituto scolastico comprensivo, attraversando statale ci sono anche superiori e un ufficio postale. Manca un presidio sanitario pubblico. Hanno chiuso un po’ di negozi storici, sono arrivati la Lidl e negozi per animali. Spazi di aggregazione: c’è la biblioteca che però potrebbe essere usata maggiormente per aggregazione. Ci sono palestre, centri sportivi e associazioni che hanno capacità aggregativa. Necessità. Alleggerimento del traffico togliendo quello di attraversamento. Mantenimento aree verdi esistenti (almeno) e magari proporne un ampliamento. Riduzione standard costruttivi, così da diminuire entità nuovi edifici e lasciare il limite definito tra aree costruite e non costruite. Passaggio del filobus: cambiamento traffico con chiusura svincoli destra e sinistra che provocheranno un aumento traffico su via Salieri, Via Unità d’Italia. Tutte le linee bus passano per la stazione, ma servono servizi diretti anche per ospedali (senza cambi di bus soprattutto per anziani). Mancanza di servizi a nord della statale 11. Servono piste ciclabili Sogni per il futuro. Non essere più un’area di passaggio veicolare, con via Salieri che è usata con grande velocità. Va sbloccata la situazione di traffico di attraversamento: con la rotonda a est e la tangenziale che va verso Poiano l’area è di passaggio.Proposta: creare un anello che collega il quartiere con la parte Sud della città, per raggiungere l’ospedale di Borgo Roma. Utilizzare la ferrovia di superficie per collegamenti urbani: possibilità di usare linee ferroviarie in superficie per arrivare a porta Vescovo, come alternativa al filobus. Via Dolomiti, in fondo, si potrebbe pensare di preservare l’area verde che è presente. Importanza di preservare quelle che ci sono. Sarebbe utile collegare a livello verde/ciclistico le zone circostanti, anche per il cicloturismo. Valorizzazione del Parco dell’Adige Sud, valorizzazione di aree dismesse, utilizzo maggiore dei patti di sussidiarietà. Incentivare servizi di prossimità. Attenzione ai contenitori dismessi (Telecom, Mondadori, Galtarossa, etc.).
MB (quattordicesima puntata)