Chi ha la responsabilità di governare la crescita di Verona è chiamato a fare la propria parte per lo sviluppo armonico e condiviso della città, a cominciare da enti economici come la Fiera, portatore di business, di cultura e creatore di grande indotto. Per questo i messaggi contenuti nell’intervista al vescovo Domenico Pompili e pubblicata sulla Cronaca di Verona venerdì scorso sono stati recepiti dal presidente di Veronafiere, Federico Bricolo, ente al quale don Domenico ha fatto esplicito riferimento. “Con mons. Domenico Pompili c’è stata intesa di vedute fin dal primo incontro, in occasione della sua prima uscita ufficiale in Fiera come nuovo vescovo di Verona, con la benedizione impartita durante l’inaugurazione di Fieracavalli 2022”, ricorda Bricolo. “È stato un segnale di vicinanza alla fiera che ci ha fatto molto piacere e un momento emozionante che ha riportato in vita una tradizione una volta parte di molte delle nostre manifestazioni, in particolare quelle più storiche e legate al territorio. Le parole del vescovo nella sua recente intervista su La Cronaca di Verona forniscono alla città e a chi ha la responsabilità di orientarne lo sviluppo spunti e interessanti chiavi di lettura per affrontare le numerose sfide collettive e personali e che siamo chiamati ad affrontare come amministratori, cittadini e come uomini”. “Non è un caso che il Vescovo, da queste pagine, tracciando il bilancio dei primi 11 mesi alla guida della diocesi”, prosegue il presidente Bricolo, “abbia fatto riferimento a Veronafiere, come fulcro di una città aperta al mondo, anzi – per usare le sue parole – che “la colloca al centro del mondo”. “Una definizione che calza perfettamente con il ruolo che le fiere hanno sempre rivestito nella storia dell’uomo, dal medioevo ad oggi: luoghi in cui le persone, arrivate spesso da luoghi e mercati distanti, prima di tutto si incontrano; dove circolano merci ma anche idee.Le fiere, infatti, sono un primario motore economico, certo. Piattaforme dove si fanno affari e che restituiscono ricchezza e benessere sociale ai territori su cui insistono, basti pensare agli oltre 800 milioni di euro di indotto generati da Veronafiere ogni anno a livello regionale”. Ma questo non basta: “Sappiamo bene che senza relazioni e quell’human touch, le nostre fiere rischiano soltanto di essere scatole vuote, come abbiamo visto durante la pandemia”.
“Siamo sempre chiamati ad affrontare sfide collettive come amministratori”
Per questo, sottolinea il presidente Bricolo, “Cultura e business per Mons. Pompili devono andare sempre a braccetto per una crescita economica e sociale sostenibile, e questi sono gli stessi valori guida che abbiamo sempre ribadito a Veronafiere”. “Abbiamo trasmesso a tutte le nostre manifestazioni questa impronta, inserendo momenti di approfondimento e formazione che affiancano la parte espositiva e gli incontri b2b. La cultura legata al prodotto diventa così un moltiplicatore di valore, non soltanto a livello di fatturato, perché bisogna guardare anche alla crescita del vero capitale, che poi è quello umano”. Qui si può accelerare. “Su questo punto dobbiamo e possiamo fare di più, anche creando una rete con gli altri attori coinvolti a livello locale, come il sistema museale e, soprattutto, la Fondazione Arena”. Sinergie che negli anni erano state tentate, ma senza grandi successi: ora forse si può cambiare passo. “ Insieme possiamo unire le forze in una grande operazione di marketing territoriale per promuovere il bello e il buono della nostra città: la cultura, oltre a essere dono, diventa così anche risorsa”. “Un’ultima considerazione in merito alle parole del Vescovo sulla città, la voglio riservare alla responsabilità sociale di Veronafiere verso il territorio in cui opera da 125 anni. Verona ci ha dato in natali, le nostre radici sono qui e ai suoi cittadini dobbiamo tanto. Non li abbiamo dimenticati durante la pandemia, prestando i nostri spazi all’hub vaccinale. Ci impegniamo ogni giorno per operare sempre con spirito di servizio e gratitudine verso i veronesi. Penso alle iniziative di Fieracavalli legate al progetto “Riding the blue”, con le terapie assistite con il cavallo per i bambini affetti da sindrome dello spettro autistico, o ancora con il corso per tecnico di scuderia organizzato alla casa circondariale di Montorio, per favorire il reinserimento lavorativo dei detenuti”. “E non dimentichiamo i giovani”, altro tema critico sollevato dal vescovo: “al fenomeno delle babygang evidenziato da Mons. Pompili rispondiamo con Sport Expo, l’evento che promuove tra i più giovani lo sport, insieme allo stile di vita sano e ai valori che rappresenta, così come con Job&Orienta, il salone dedicato all’orientamento scolastico e alla formazione dei ragazzi, senza dimenticare le iniziative di sensibilizzazione sull’educazione alla guida e al bere consapevole durante Vinitaly, in collaborazione con la Questura di Verona”.