“Per due mandati Tosi ha inchiodato la progettazione della mobilità di Verona attorno al traforo. Ora che quest’opera, così come progettata, è morta, serve un cambio di passo e di visione che proprio da qui deve partire. Per il traforo il Comune si aspettava un contributo di 54 milioni di euro da Autostrade: queste risorse devono venire reinvestite nella riqualificazione della viabilità dell’area sud e in particolare nel potenziamento della tangenziale e dei suoi svincoli. Con gli 8 milioni di euro della fidejussione del traforo, invece, si deve intervenire immediatamente per estendere il progetto del filobus fino a Parona”. Così Orietta Salemi, candidata sindaco a Verona, ha presentato, assieme ai candidati del Pd Gustavo Franchetto e Damiano Fermo, le sue proposte in tema di mobilità. “Una città che si muove bene è una città che sta bene e in cui la qualità della vita dei cittadini è più alta – ha spiegato Salemi -. La comodità dei collegamenti tra i quartieri e tra questi e il centro deve coniugarsi con la sicurezza di tutti gli utenti della strada e l’accessibilità dei luoghi deve andare di pari passo con un volume di traffico sostenibile per chi abita e vive attorno alle strade. Verona deve risolvere i nodi critici ancora aperti, ma deve anche aprire una nuova pagina per la mobilità con una rete sicura di piste ciclabili e il potenziamento del trasporto pubblico, parcheggi scambiatori collegati al centro e un sistema di metropolitana di superficie”. “Ci sono nodi strategici che vanno risolti, come la situazione di Verona Sud e la variante alla statale 12 – hanno spiegato Franchetto e Fermo -. Ci sono però anche delle nuove sfide da affrontare e devono partire dalla redazione del Piano generale del Traffico Urbano e del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile. Tra le azioni da adottare ci sono l’ampliamento della ZTL, la realizzazione di zone 30 km/h nei quartieri e un sistema di parcheggi scambiatori esterni alla città, ma collegate con navette al centro”. .Una delle sfide poi è quella del trasporto pubblico che deve diventare cardine della mobilità. Salemi e Fermo si sono quindi soffermati sul filobus, sottolineando la necessità di portare avanti il progetto dando soluzione alle criticità ancora aperte (tra cui il parcheggio scambiatore di Ca’ di Cozzi e il nodo del passaggio da San Paolo. U. C.