«Ora il solo nome Tosi», dice l’ex sindaco parlando in terza persona, «vale il 25% delle preferenze, basta accordarsi con uno o due partiti di centrodestra ed è fatta». Tosi ha parlato con l’eccellente collega di Libero Francesco Specchia, penna arguta ed elegante. L’ex leghista ha attaccato frontalmente Federico Sboarina: «Spero che il mio avversario sia questo sindaco in carica abbastanza inerte». Non lo ha nominato direttamente. Domanda del collega Specchia, a proposito delle elezioni 2017. L’ultima volta andò male. Fece l’errore di candidare la sua compagna ora moglie, la senatrice Patrizia Bisinella, che perse il ballottaggio. Non fu un gran risultato, non gliela perdonarono. Lo rifarebbe? «Certo che ricandiderei la Patrizia. Perché allora il voto non fu contro di lei, ma contro Tosi. Al punto che M5S e perfino il centrodestra mi votò contro, e il Pd disertò proprio le urne. Ora mi ci rimetto perché, dopo anni, mi fermano per strada e mi dicono: “Meio che te torni ti”». Sa che mi sembra di sentir parlare Mastella prima di candidarsi a sindaco a Benevento? «È ben augurante». Gran parte dell’intervista è focalizzata su Tosi che ritiene ingiusto perseguire penalmente Matteo Salvini per le sue politiche contro l’immigrazione irregolare quand’era ministro dell’Interno («Ha la mia solidarietà»), sul “no” coprifuoco e alle chiusure anti-Covid («Sono d’accordo con la Lega»). Poi una carezza a Matteo Renzi: «Voleva mettere pesantemente mano agli equilibri del Csm, lo sostenni e lo rifarei. Bisogna vedere cosa accade a livello nazionale». E però concentriamoci sul «nome Tosi che da solo vale il 25%». I numeri dicono questo: nel 2007 la Lista Tosi prese il 16,4. Nel 2012 il 37,2. Nel 2017 il 16,34. La media è del 23,3. Tosi, quindi, oggi ritiene d’essere nel momento di massimo consenso. Nel 2007, quando vinse al primo turno col 60,7, ricevette un grande aiuto da Forza Italia (15%) dalla quale l’ex sindaco spera di ricevere un sostegno anche tra un anno. Il partito di Berlusconi, a Verona, è però spaccato (ufficialmente sta con Sboarina) e attualmente a livello nazionale naviga attorno al 5-6%. Nel 2012 (lo sfidante era Michele Bertucco) la Lista Tosi prese il 37,2%, un trionfo: boom di preferenze per Vito Giacino (4.100) e tra i più votati vi furono Stefano Casali, Anna Leso, Massimo Mariotti. Il terzo più votato, l’unico “big” attualmente ancora con Tosi, fu Alberto Benetti con 1.549 preferenze. Alle scorse elezioni, con Bisinella candidata, la Lista Tosi arrivò al 16,3, con Fare!Con Flavio Tosi al 2,7%. Ma c’è un altro dato che colpisce. «Ora il solo nome Tosi vale il 25%» significa che vale quasi come l’intero centrodestra al primo turno nel 2017, dato che la coalizione guidata da Sboarina prese il 29. Significa che Tosi oggi varrebbe più di tutti i movimenti che sostennero Bisinella cinque anni fa (23,4%) e, in base ai risultati delle regionali 2020, 7 punti in più di Fratelli d’Italia, che a livello cittadino è diventato il primo partito scavalcando la Lega. Insomma, «il solo nome Tosi al 25%» sarebbe un autentico capolavoro, ma sarebbe comunque ampiamente meno della metà di quanto ottenuto dalla coalizione a sostegno di Sboarina al ballottaggio, ossia il 58,1%. Manca comunque ancora un anno, i numeri sono scolpiti nella pietra, non mentono, ma è anche vero che in un anno può cambiare molto.
Al.Gon.