I Flic Floc si sono formati nel 2015 a Verona, animati da una forte voglia di sperimentare con i vari generi musicali.
Originalmente, il progetto era strutturato come un duo, con Davide Porcelli (chitarra e voce) e Ilaria Righi (tastiere e voce). Recentemente a loro si è unita Sara Alessandrini (batteria e percussioni).
Il primo omonimo LP dei Flic Floc è uscito nel 2019. “30”, “Caffeina” e “Pazza imbarazzata” sono, invece, i loro ultimi tre singoli, tutti pubblicati nel 2020.
Iniziamo dalle vostre influenze …
Ilaria: “Sono molto diverse, molto dipende dalla nostra provenienza e ascolti. Io provengo da un ambito classico e ho studiato al conservatorio. Quindi adoro farmi influenzare dalla musica classica. Anche Davide. Poi, Sara sta studiando jazz al conservatorio. Comunque, ci piacciono molto pure la musica prog ed elettronica”.
Davide: “Anche Billie Eilish quel mondo lì”.
I: “Sara va pazza per Elisa e io per Jeff Buckley. A Davide piacciono i Carpark North. Non vogliamo indirizzarci verso un unico genere musicale anche perché ogni genere porta qualcosa di nuovo, di innovativo, soprattutto le ultime correnti”.
Come mai inizialmente avevate scelto di strutturarvi come un duo?
D: “All’inizio volevamo che il progetto fosse basato sulla creazione di un suono, uno stile. Quindi in due riuscivamo a fare tanta ricerca sonora. Poi ci siamo scontrati con la problematica dei live. In due si faceva fatica perché comunque bisogna pensare un po’ a tutto. E i live spesso non rispecchiavano il nostro lavoro in studio. Sara si è interessata a noi e con lei abbiamo trovato una spinta in più. Ovviamente ho rivisitato tutti i brani includendo il terzo elemento. Comunque, il sound che abbiamo adesso lo riteniamo più maturo e per questo abbiamo deciso di continuare così”.
Com’è stata la transizione da duo a trio?
Sara: È stata una cosa normale. Io non ho sentito sfaldarsi gli equilibri del gruppo e anche loro non me l’hanno fatto sentire. A livello musicale spero, e penso, di aver portato la parte ritmica/groove. L’avevano già ma magari più da campionamenti ecc …”.
Il vostro processo creativo?
I: “Spesso capita che partiamo da una melodia già scritta e poi passiamo al testo. A volte accade contrario. Non è mai un processo lineare, oltre al fatto che ci alterniamo alla scrittura io o Davide”.
D: “Altre volte musica e testo arrivano anche contemporaneamente. O succede che uniamo due parti che non erano nate per stare assieme”.
La canzone del vostro repertorio che più vi rappresenta?
I: “’Caffeina’. Comunque, abbiamo delle canzoni ancora non pubblicate che ci rappresentano ancora di più”.
D: “Infatti. Sono le ultime produzioni, le prime con Sara. ‘Caffeina’ ci piace un sacco, anche a livello di sound, e ci viene tanto bene live. Però la versione pubblicata è senza Sara. Comunque, qualche settimana fa abbiamo registrato con i ragazzi de ‘La Depandance’ di Verona una nuova versione live di ‘Caffeina’ che uscirà a breve”.
Ilaria e Davide: come vi siete avvicinati al canto?
I: “È stato naturale. Per me non sarebbe stato sufficiente scrivere le canzoni e farle cantare a qualcun altro. Avevo proprio bisogno di esprimerle direttamente. Per Davide è stata la stessa cosa”.
Questo è anche il motivo per cui vi alternate alla voce?
I: “Esatto. Dipende dalla canzone, da chi è stata scritta. Ci piace proprio il fatto di alternare. È un modo per farci forza a vicenda e dà anche varietà”.
Giorgia Silvestri