“È appena uscita la shortlist del Mibact che elenca le città selezionate per contendersi il ruolo di Capitale italiana della Cultura 2020: Agrigento, Bitonto, Casale Monferrato, Macerata, Merano, Nuoro, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Treviso. Sì, Verona è la grande assente – spiega Tommaso Ferrari di Verona Civica – Una politica miope e incapace di investire sul futuro ha finora impedito alla nostra città di partecipare al bando del Ministero e, anche questa volta, non ci resta che augurare buona fortuna alle 10 finaliste. Ma la speranza è che in un prossimo futuro, magari sfruttando le celebrazioni dantesche del 2021 potremo fare il tifo per la nostra città. In Commissione cultura -aggiunge- tutti i membri (maggioranza e opposizione) hanno firmato una mozione perché ci si impegni a promuovere la candidatura di Verona come capitale della Cultura italiana per il 2021. Una mozione che però rimane congelata senza vedere il voto in Consiglio comunale. Non si tratta di un titolo velleitario ma di un’occasione importante per rilanciare la proposta culturale di una città, con un progetto di qualità e risorse dirette da poter investire. 1 milione di euro e l’esclusione delle risorse investite nella realizzazione del progetto dal vincolo del patto di stabilità: questo quanto il bando del Ministero mette in palio. Essere
la Capitale italiana della Cultura può essere un’opportunità straordinaria per Verona”.