Cristian Soave, la storia dell’allenatore netturbino Tutti pazzi per l'allenatore del Caldiero, Cristian Soave: a 50 anni ha guidato i termali in una storica promozione in serie C, ma non lascia il suo lavoro.

Una storia che impazza sul web: quella dell’allenatore netturbino Cristian Soave. Corre da sito a sito, viaggia in Rete a grande velocità. Una storia che racconta di sacrifici, gioie e dolori. Ma, soprattutto, parla di valori veri, di vita di tutti i giorni. Da affrontare, la differenza è tutta qui, con il sorriso sulle labbra, con il coraggio della semplicità.

Cristian non è solo l’allenatore del miracolo Caldiero: è un ragazzo di cinquant’anni con alle spalle e davanti a sé un vissuto particolare.

Cristian Soave, l’allenatore netturbino

Cristian Soave cresce sin da bambino con il pallone accanto, inizia nel suo borgo natio, Cadidavid, porta sud di Verona. Poi la sua carriera si dipana con un affaccio continuo sul professionismo. “L’errore che feci – confessa – è che a vent’anni mi voleva il Catania, una scelta difficile, ho preferito rimanere vicino a casa”. Anche perché a casa c’era l’amore, quello per Elisabetta, la compagna di una vita, la mamma dei suoi tre figli. La vita è crudele, si sa.

Elisabetta si ammala, una malattia subdola, infame. Cristian rimane sempre accanto a lei. Poi Elisabetta quattro anni fa lascia la sua famiglia, vola in cielo. Da dove accompagna sempre Cristian e i suoi ragazzi.

“Con la Virtus Ciserano, la partita che abbiamo vinto all’ultimo minuto, i miei genitori sono venuti allo stadio assieme ai miei figli. Vengono raramente, era un’occasione speciale. Subito dopo che Filiciotto ha fatto gol al 95′ mio figlio è venuto ad abbracciarmi e mi ha detto: quel gol lo ha fatto la mamma da lassù. Non ho retto all’emozione e sono corso in lacrime nello spogliatoio. Ma penso davvero che quel gol sia suo”.

Valori veri, appunto. Appresi da una vita che non regala nulla. Un ragazzo che se l’è costruita passo dopo passo. “Ho fatto la gavetta, è vero. E infatti voglio farmi i complimenti perchè tutto quello che ho conquistato credo di essermelo meritato”. Perchè, alla fine, tutto è come prima. E questa mattina c’è la solita routine. Sveglia alla 3, alle 4 le mani sul volante del camion delle immondizie, qualifica operatore ecologico, hobby allenatore di calcio di serie C. Non male.