Crisi in Giunta è braccio di ferro L’assessore Bertucco non dà le dimissioni anche se i suoi colleghi si attendono un gesto conseguente al duro No espresso sulla delibera della Marangona. Con una nota restituisce la palla al sindaco Tommasi: “Decida lui sul mio futuro”.

La quiete dopo la tempesta politica.
Ma in realtà il braccio di ferro continua ed è sempre più forte nella maggioranza che regge l’amministrazione del sindaco Tommasi. Dopo lo strappo che si è consumato ieri in Giunta oggi ognuno ha mantenuto le sue posizioni. L’assessore Bertucco ha confermato la sua contrarietà alla delibera sulla infrastrutturazione della Marangona (una cementificazione selvaggia da evitare, è stata la definizione del gruppo politico di Bertucco, Sinistra italiana e Sinistra in Comune).
Tutti gli altri assessori, invece, hanno confermato il sostegno alla delibera della vicesindaca Bissoli, l’hanno licenziata mettendo a verbale la contrarietà di Bertucco ma soprattutto hanno dichiarato che ora dal loro collega si attendono il gesto conseguente delle dimissioni.
Ma Sinistra italiana e Bertucco non ci pensano nemmeno. E rilanciano chiedendo la verifica politica e programmatica.
Il punto è questo: l’assessore che ha le delicate deleghe di Bilancio, Patrimonio e Personale non ha assolutamente intenzione di dare le dimissioni, forte delle sue convinzioni e della necessità di dare sostegno politico a questa amministrazione; quindi dovrebbe essere il sindaco Tommasi a procedere con il ritiro delle deleghe all’assessore.
Lo farà? E’ tutto da vedere, perché Tommasi starà valutando pro e contro.
Così nel primo pomeriggio è arrivata la nota di Michele Bertucco che ha ributtato la palla che scotta a Tommasi.
“Da assessore di questa giunta – ha scritto Bertucco – mi sono sempre mosso nell’ambito del programma amministrativo della coalizione, delle linee programmatiche di mandato approvate dalla maggioranza consiliare e nel rispetto dello statuto e dei regolamenti comunali. Questo comprende anche la posizione assunta sulla Marangona. Lo Statuto comunale contempla infatti il voto contrario dell’assessore in giunta, rimandando al Sindaco le determinazioni conseguenti, e lo stesso Sindaco Tommasi ha detto in Consiglio comunale che il dissenso è ammesso e viene gestito. Non comprendo, pertanto, la richiesta di dimissioni che mi è stata rivolta. Se il Sindaco ritiene che il passaggio amministrativo sulla Marangona sia tale da inficiare il valore del mio operato da assessore, e che quindi sia venuto irrimediabilmente meno il rapporto di fiducia alla base della mia nomina, prenderà le decisioni del caso, che il sottoscritto accetterà, qualunque esse siano”.

Ritiro delle deleghe, che fa il sindaco?

Ritirare le deleghe a Bertucco significa perdere l’appoggio della sinistra e degli ambientalisti, perdere un assessore esperto (forse il più esperto della Giunta), dovere affidare deleghe delicatissime a qualche altro assessore con u n rimpasto, individuare un nuovo componente della Giunta rimescolando gli equilibri tra i vari alleati.
A questo punto, Tommasi potrebbe fare come il collega di Padova, Giordani, che dopo una spaccatura in Giunta per un centro commerciale, ha tirato dritto facendo finta di nulla.
Certo, anche a Palazzo Barbieri si potrebbe fare così, ma tra una settimana sarà di nuovo Giunta e cosa accadrebbe? E alla prossima delibera urbanistica si ripeterebbe lo scontro?Ieri in Giunta gli assessori hanno evidenziato al collega Bertucco che, nel caso avesse confermato la sua contrarietà, un comportamento coerente avrebbe richiesto le sue dimissioni da assessore. Desiderando evitare questa eventualità, la Giunta ha chiesto più volte a Bertucco un ripensamento al fine di trovare una soluzione comune. Ne è seguita la richiesta da parte di Bertucco di una temporanea sospensione della seduta, al termine della quale l’assessore, dopo una serie di telefonate con i suoi referenti politici, ha confermato la propria posizione di contrarietà al licenziamento della proposta di delibera consiliare anche se integrata con alcune mitigazioni ambientali.
A quel punto, ai colleghi della Giunta non è rimasto che prendere atto della sua posizione, affermando che si attendono ora un “conseguente comportamento coerente con quanto espresso”, quindi le dimissioni.
“La delibera è stata licenziata e ora ci sarà il passaggio in Consiglio comunale. E’ ovvio che, quanto accaduto oggi in Giunta, apre una fase politica, oltre il merito della delibera stessa, di riflessione in cui ognuno si prenderà le proprie responsabilità” ha commentato il sindaco Damiano Tommasi.
E questa mattina è arrivata una nota di Sinistra Italiana e Sinistra in Comune, firmata dal segretario luca Perini e dalla consigliera comunale Jessica Cugini nella quale si ricorda che in più “occasioni abbiamo chiesto un rinvio della delibera, una riscrittura dell’accordo, che crediamo non si debba ratificare il 10 luglio, e soprattutto una modifica della scheda norma”.
“Abbiamo chiesto insomma un tempo per un maggior approfondimento e dibattito con chi consideriamo essere i veri stakeholder dell’amministrazione: le cittadine e i cittadini. Tale richiesta, purtroppo, non è stata accolta”.

“Marangona alla Sboarina. Ora verifica sul programma”

Da qui la difesa totale dell’assessore Bertucco: “Pertanto, come preannunciato, in Giunta, l’assessore Michele Bertucco ha voluto/dovuto coerentemente votare contro. Ora si andrà in Consiglio”.L’alleato di maggioranza contesta al sindaco Tommasi e alleati di contraddire gli accordi programmatici che hanno portato alla elezione del sindaco.
“Registriamo con preoccupazione che con la proposta sulla Marangona, di fatto, si è contravvenuto agli accordi elettorali. Temiamo possa accadere la stessa cosa anche su altri temi: da Ca’ del Bue al Nassar, alle deroghe urbanistiche”.
C’è una evidente critica al metodo, dunque: “La politica è, in primo luogo, servizio e rappresentanza, responsabilità delle scelte e coerenza. Crediamo, quindi, di aver contribuito a innescare un dibattito pubblico necessario in Città. Sul tema Marangona a oggi non è stata svolta alcuna discussione a livello di RETE!, contrariamente a quanto espresso dal Pd in una nota. Ci sono stati incontri di maggioranza in cui varie sono state le note discordanti all’interno di chi oggi siede in Consiglio. Se di “narrazione distorta” (parole riportate da Traguardi) si vuole parlare, si deve far riferimento all’approvazione di una scheda norma uguale a quella dell’amministrazione Sboarina, presentata come un invisibile cambiamento che determinerà, o con questa Amministrazione o con le prossime, una reale ed effettiva possibilità di cementificare i 5/6 di un’area di 1,5 milioni di metri quadri, un’area più grande della Città antica”.
Di conseguenza, ognuno resta sulle sue posizioni.”Come Sinistra Italiana e In Comune per Verona, anche in questa scelta ci atteniamo al programma elettorale, che è molto chiaro nel dire NO al consumo di suolo e SÌ a unarigenerazione della ZAI: in Giunta è stato ribadito il NO al progetto Marangona e la stessa linea verrà mantenuta in Consiglio”.
Obiettivo? “Invitiamo tutte e tutti le/gli consigliere/i a chiedere la decadenza dell’accordo di programma, per svolgere un’ampia discussione, richiesta da diverse compagini dell’area progressista e dalle associazioni ambientaliste veronesi”.
La proposta che viene rilanciata quindi è quella di “promuovere una urgente e approfondita verifica programmatica in merito alle diverse tematiche che dovremo affrontare nei prossimi mesi. Il nostro è un appello a imboccare senza incertezze o ambiguità la strada del cambiamento, rispetto al quale noi continuiamo, e invitiamo tutti e tutte, a essere coesi, coerenti e conseguenti”.
Come dice Tommasi, si apre una fase politica e ognuno prenderà le proprie responsabilità.
Bertucco e la sua parte politica quindi non cedono né tantomeno pensano a cedere le deleghe dell’assessorato; ritirare le deleghe è una prerogativa del sindaco: lui le dà e sua è la responsabilità di toglierle, fanno notare i sostenitori politici di Bertucco. Tommasi deve valutare bene le mosse e i contraccolpi. Comincia così il gioco del cerino o se preferite il rimpallo delle responsabilità: dimettiti, no ritirami le deleghe tu.
Che in tutto questo lo scenario della Verona futura sia prevalente sulle battaglie per una maggiore visibilità e identità politica, per un maggior spazio di agibilità nel confronto politico in città in vista di prossime scadenze elettorali è tutto da dimostrare.

mbatt