Si è tenuto il webinar, nell’ambito del progetto “Consulta della Legalità” promosso dalla Commercio di Verona in collaborazione con Avviso Pubblico, insieme alle istituzioni del territorio veronese e del mondo produttivo, dal titolo “Criptovalute e nuove frontiere del riciclaggio. Quali strumenti e politiche di prevenzione per le imprese?”. “Il progetto della Consulta della Legalità, nato nel 2020 da una forte collaborazione tra la Camera di Commercio di Verona e l’associazione Avviso Pubblico, lavora per fare rete contro le infiltrazioni mafiose nel tessuto economico e ha posto le condizioni per una sinergia tra i vari soggetti che hanno lavorato in questi anni al suo interno”, afferma Pietro Scola, vice segretario generale della Camera di Commercio di Verona. “Dai gruppo di Lavoro della Consulta della Legalità è emersa la volontà di ampliare le conoscenze anche su tematiche che sembrano lontane ma che in realtà sono più vicine di quel che pensiamo. È noto che le criptoattività si prestano anche a situazioni illecite, e il legislatore ha sottolineato da tempo questo tema”, ha aggiunto Pierpaolo Romani, Coordinatore nazionale di Avviso Pubblico, moderatore dell’incontro di oggi. “Le criptoattività si caratterizzano per digitalizzazione, dematerializzazione e anonimizzazione, sono prive di autorità centrali e dunque si pone un tema di controllo. Senza cedere ad allarmismi, e riconoscendo l’importanza del lavoro di segnalazione (segno, peraltro, di una sensibilità importante), dobbiamo essere consapevoli che nelle prime 22 città italiane per Segnalazioni di Operazioni Sospette ce ne sono ben quattro venete, con Verona che è la prima provincia a livello regionale”, ha ricordato Romani. “La digitalizzazione ha reso più difficile monitorare i flussi finanziari, con nuove opportunità per la criminalità organizzata proiettate, ad esempio, nella destabilizzazione delle tradizionali regole sulla competenza giudiziaria, consentendo di fatto anche di superare la sovranità penale dei singoli Stati. Con le criptoattività si agevola la scissione delle figure dell’esecutore e del beneficiario delle operazioni finanziarie, e si occulta anche il luogo dell’operazione: si spezza, così, la tracciabilità delle operazioni finanziarie – ha dichiarato il Direttore della Direzione Investigativa Antimafia Michele Carbone – La regolamentazione UE e nazionale si sta muovendo anche per evitare il fenomeno dei paradisi digitali, che consente di operare in quegli Stati con la regolamentazione più debole sulle criptoattività. Il problema non è solo di politica criminale: nel giro di pochi anni il rapido sviluppo dei cripto-asset, favorito dalla assenza di un’autorità di regolamentazione, ha favorito l’ingresso delle criptovalute in moltissimi settori, pur mantenendo le caratteristiche di moneta virtuale, non garantita, anonima, privata. Questo indebolisce il controllo monetario degli Stati. Nel 2024 si è registrato un aumento delle SOS dei prestatori di servizi su cripto-asset, da 1.181 del 2023 a 3.165 del 2024”. Di operazioni sospette in tema di criptoattività ha parlato anche Marco Militello di Bankitalia. “L’approfondimento sullo strumento degli Smart Contracts è utile perché si tratta di uno strumento che si presta a molteplici utilizzi e che si lega alla definizione di Blockchain (ossia la rete di blocchi alla base dell’intero sistema), centrale quando si parla di criptoattività”, ha concluso Mariano Ceccato dell’Università di Verona.