Nuove interpretazioni dell’Agenzia delle Entrate sconvolgono, all’improvviso e retroattivamente, la norma sul credito d’imposta per ricerca e sviluppo, chiedendo indietro alle imprese quanto già concesso.
“In Veneto ci sono già decine di casi con importi che a volte arrivano a 100mila euro – commenta Tommaso Tedesco, Presidente di Confartigianato Moda Verona –. Se ci vogliono far fallire per forza ce lo dicano e basta. Abbiamo scritto, come Confartigianato Nazionale, al Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti perché intervenga quanto prima su questa palese incongruenza che mette a rischio, per giunta, la sopravvivenza delle nostre ‘migliori’ imprese, quelle sane e innovative che hanno investito sul loro futuro e su quello dei loro collaboratori”.
In pratica, sono stati modificati i criteri di ammissibilità al Credito d’imposta per investimenti in attività di ricerca e sviluppo legate al design e all’ideazione estetica, sconvolgendo la norma e all’improvviso, in una fase molto convulsa per il settore, l’Agenzia delle Entrate va a richiedere in maniera retroattiva un’agevolazione che è stata già concessa.
“Il nostro settore, tra i più colpiti dal Covid-19, stava avvistando i primi segnali di ripresa che rischiano però, una battuta d’arresto a causa dei forti rincari e delle difficoltà di reperimento di materie prime ed all’impennata dei costi dell’energia – riprende il veronese Tommaso Tedesco –. –. L’introduzione dei nuovi criteri di ammissibilità al credito di imposta è una misura che penalizza fortemente moltissime aziende artigiane del nostro comparto, che negli ultimi anni hanno investito ingenti risorse in innovazione’’.