Nonostante la malattia si manifesti inizialmente come una forma respiratoria, la trombosi è un segno distintivo della maggior parte dei casi gravi e critici di Covid-19. Da mesi gli scienziati di tutto il mondo cercano di capire se farmaci con un effetto antipiastrinico, come l’Aspirina, possono giocare un ruolo importante nel prevenire la polmonite grave da Sars-Cov2.
Nei giorni scorsi l’Aifa e l’istituto Spallanzani hanno approvato lo “Studio multicentrico randomizzato controllato in doppio cieco su uso di Acido acetilsalicilico nella prevenzione della polmonite grave da Sars-Cov2 nei pazienti ospedalizzati (Asperum)”.
Sedi della sperimentazione, che durerà 90 giorni, saranno l’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona e l’ospedale San Paolo e coinvolgerà pazienti ospedalizzati con manifestazioni non gravi dell’infezione con l’intento di prevenirne l’aggravamento.
Il farmaco sarà somministrato alla dose di 100 mg al giorno a pazienti ricoverati per polmonite da virus Sars-Cov2 non grave per verificare se, inibendo l’azione delle piastrine, può prevenire l’aggravamento della malattia riducendo il numero di pazienti che si aggravano. Il lavoro è stato disegnato da Pietro Minuz dell’università di Verona e direttore della Medicina Generale C dell’Aoui, assieme a Marco Cattaneo dell’università di Milano, ospedale San Paolo e a Roberto Leone farmacologo dell’università di Verona. Promotore dello studio è l’Aoui di Verona, con l’Ufficio supporto alla ricerca no profit, diretto dalla Anna Fratucello che ha collaborato alla stesura del progetto e che si occuperà della gestione della randomizzazione e della raccolta dati. La farmacia della Aoui di Verona, diretta da Paola Marini, fornirà i farmaci in formulazione mascherata.
Collaborano alla ricerca Claudio Micheletto, Evelina Tacconelli e Cristiano Fava dell’Aoui di Verona Gian Marco Podda e Simone Birocchi dell’università e dell’ospedale San Paolo di Milano. È stato osservato che i pazienti con polmonite Covid-19 che già assumevano per altri motivi acido acetilsalicilico presentano una probabilità dimezzata di progressione verso una più grave insufficienza respiratoria che richiede ventilazione meccanica e passaggio in terapia intensiva, senza evidenza di un maggior rischio di sanguinamento.