Sono oltre 60 mila i posti di lavoro persi in Veneto dall’inizio dell’emergenza Covid-19. Secondo i dati dell’ultimo monitoraggio dell’Osservatorio di Veneto Lavoro diffuso oggi, a partire dal 23 febbraio scorso, giorno di avvio delle restrizioni imposte dal Governo per contenere la diffusione del virus, e fino al 17 maggio sono andate perse in media 5 mila posizioni di lavoro dipendente alla settimana, tra mancate assunzioni e posti di lavoro effettivamente persi, per una contrazione complessiva pari al 3% dell’occupazione dipendente. Rispetto ai monitoraggi precedenti la riduzione settimanale media si è ridotta in funzione della minore entità delle perdite registrate nelle ultime due-tre settimane osservate. A partire dal 4 maggio, infatti, in concomitanza con il progressivo allentamento delle misure di lockdown, si registrano segnali di ripresa, o quantomeno di rallentamento della caduta occupazionale. Ma l’impatto dell’emergenza nel trimestre considerato febbraio-maggio, tra contratti cessati e mancate assunzioni, segna una perdita congiunturale netta di posizioni di lavoro dipendente attorno 62.700 unità. Il settore più colpito rimane quello turismo: rispetto al 2019 l’Osservatorio di Veneto Lavoro quantifica 30 mila posti di lavoro in meno. Sul comparto grava inoltre l’incertezza riguardo ai numerosi contratti a termine in scadenza entro il mese di giugno e per i quali il rinnovo rimane in dubbio. I servizi turistici, in primis ristorazione e ricettività, continuano a scontare un vero e proprio “blocco” della domanda (meno’85% rispetto ai volumi dello scorso anno). Ma anche l’istruzione privata (-88% nelle ultime due settimane), l’editoria e la cultura scontano pesantemente gli effetti della mancata ripartenza. Il settore agricolo è l’unico, insieme ai servizi informatici, a registrare un saldo occupazionale positivo dall’inizio della crisi, con una crescita di 4.500 posti di lavoro. Il riavvio della produzione determina il recupero delle assunzioni anche nelle attività di noleggio e riparazione, nei servizi di pulizia e nelle attività professionali. “La crisi economica legata al Covid ha colpito maggiormente i giovani sotto i 30 anni e le donne, soprattutto in termini di assunzioni, ovvero le categorie maggiormente coinvolte dai lavori stagionali e dai relativi contratti temporanei – spiega Elena Donazzan, assessore regionale al lavoro del Veneto.