Squadra che vince non si tocca. E a conclusione del mandato quadriennale l’Assemblea Provinciale di Confcooperative Verona, chiamata al rinnovo delle cariche istituzionali, ha riconfermato alla guida il presidente Fausto Bertaiola e la vicepresidente Erica Dal Degan. Il 2019 si è chiuso con saldo positivo per l’Unione, rappresentata da 318 cooperative associate, circa 65.000 soci e un fatturato totale aggregato che supera i 6 miliardi di euro, con un incremento del 6% della base associativa, rispetto all’anno precedente. “Quattro anni impegnativi – per stessa ammissione del presidente Bertaiola – di risanamento, progetti, investimenti e servizi resi alle cooperative e al territorio veronese”. “Costruttori di bene comune. Energia per i Territori e per le Comunità” era infatti il titolo dato all’Assemblea, chiamata ad identificare le direttrici di azione e sviluppo della cooperazione veronese per il prossimo quadriennio. Permangono – è stato ammesso – criticità irrisolte, prima tra tutte la perdurante crisi economica, e la mancata ripresa, che si sono tradotte in una stagnazione che si prospetta di lunga durata. “Una crisi – ha sottolineato Bertaiola, che, vede l’agricoltura sempre più in difficoltà e sempre meno competitiva, in balia degli effetti del climate change e che in alcuni comparti rischia l’estinzione. Una società che crea ogni giorno nuove emarginazioni e nuove forme di emarginazione alle quali il welfare dello stato non riesce a dare risposte. Risposte rispetto alle quali il sistema della cooperazione sociale, nella sua attività di supplenza svolta con sacrificio ed efficienza, è chiamata direttamente in causa. Le cooperative di lavoro che si trovano ingiustamente assimilate a forme criminose che prosperano sullo sfruttamento di altre persone.” Alla luce di quanto sopra, le sfide dei prossimi quattro anni chiedono di trovare il giusto equilibrio tra la competitività e il rispetto dei principi fondanti della cooperazione. Un aspetto su cui ha insistito anche la vicepresidente Erica Dal Degan, che è anche a capo di Federsolidarietà. “La dimensione territoriale ci permette di dare attenzione ai problemi dei nostri cooperatori, ai loro bisogni ma anche ai loro sogni. – ha evidenziato – Federsolidarietà, che nel 2014 associava 94 cooperative sociali, ora ne associa 106 e il fatturato complessivo è passato da 118 milioni di euro a 170 milioni di euro. Ci sono cooperative sociali ed imprese sociali eccellenti che da anni si distinguono per la qualità dei servizi, per la capacità di innovare e per la loro solidità economica, e che al tempo stesso investono risorse per costruire coesione, diffondere valori e cultura, riattivare luoghi e relazioni, mettendo la propria organizzazione al servizio della costruzione della comunità. Queste imprese possono e devono essere attrattive per i giovani.