“Con lo scoppio della guerra e la crisi energetica sono aumentati mediamente di almeno 1/3 i costi di produzione dell’agricoltura scaligera che mette a rischio il futuro delle coltivazioni, degli allevamenti ma anche dell’industria di trasformazione”. È quanto afferma il presidente della Coldiretti di Verona Alex Vantini nel commentare l’attuale situazione di emergenza economica ed occupazionale determinata dallo scoppio del conflitto ucraino.
“La situazione di tensione geopolitica – denuncia Vantini – ha provocato un ulteriore balzo dei fattori della produzione per i rincari energetici, il blocco dei trasporti, il fermo delle attività produttive ma anche i comportamenti protezionistici e speculativi di Paesi ed operatori, dai mangimi ai fertilizzanti, fino all’energia per non parlare degli imballaggi, dalla plastica per i vasetti dei fiori all’acciaio per i barattoli, dal vetro per i vasetti fino al legno per i pallet da trasporti e alla carta per le etichette dei prodotti che incidono su diverse filiere, dalle confezioni di latte, alle bottiglie per vino, olio, succhi e passate, alle retine per gli agrumi ai barattoli smaltati per i legumi”.
Per Vantini la pandemia prima e la guerra poi hanno dimostrato che la globalizzazione spinta ha fallito. “ La stessa politica agricola Comune (PAC) così come il PNRR- ha detto- oggi sembrano già inadeguati a rispondere alle esigenze del tempo nuovo che stiamo vivendo e vanno modificati eliminando ad esempio l’obiettivo del 10% di terreni incolti previsto nella strategia biodiversità”.