“Così rilanciamo il Magalini” “Adesso è il momento di recuperare il tempo per altre patologie”

“L’ospedale di Villafranca dopo 15 anni di chiusura è stato riaperto a luglio 2018. Come si sa con la pandemia è stato individuato come Hospital Covid. In questi 2 anni di semi-chiusure e chiusure totali le prestazioni sono state molto limitate e la problematica maggiore è che tanti medici hanno deciso di chiedere trasferimento altrove, perché ricordiamoci che in un Covid Hospital tutti i medici dell’ospedale devono seguire le problematiche di un paziente Covid, abbandonando le proprie competenze specialistiche della propria specialità”, ci scrive il Comitato per l’Ospedale di Magalini. “In questo periodo emergenziale si stanno “tamponando “ le carenze di personale medico con medici della cooperativa per coprire i turni di notte e le guardie e per permettere ai medici in organico di fare i riposi, le festività , le ferie. Non consideriamo questa una soluzione adeguata ad un moderno e nuovo ospedale in quanto non ci può essere alcuna continuità di prestazioni. Questi medici della cooperativa lavorano per un periodo limitato e soprattutto non vivono la quotidianità dei vari reparti. Mentre l’Ospedale Magalini in questi 2 anni ha lavorato offrendo attività ridotte, gli ospedali di Peschiera e Negrar hanno potuto lavorare a pieno ritmo accogliendo anche tutti gli utenti del bacino di Villafranca. Noi ribadiamo il nostro pensiero che anche la sanità pubblica debba essere efficiente. Riteniamo importante per la ripresa dell’ospedale Magalini che vengano rispettati gli organici dei medici e anche ogni reparto abbia il proprio primario. Ci risulta che i primari di Ginecologia, e Ortopedia siano “a scavalco” con altri ospedali. In questo modo ne risente sicuramente la qualità del servizio offerto. Per il primario di Cardiologia a breve verrà fatto il concorso. Un ospedale nuovo che copre un bacino di 100000 abitanti deve lavorare al massimo delle sue potenzialità, deve offrire servizi all’avanguardia e non minime prestazioni come purtroppo dovrà fare se non verranno integrati i medici mancanti (pneumologi, neurologi, infettivologi, cardiologi). Non dimentichiamo che sono stati spesi 40 milioni di euro di soldi pubblici per costruire la struttura. Ma dentro i muri e le sale opportunamente attrezzate a far vivere l’ospedale sono i medici e i paramedici, vero cuore di ogni ospedale”. .