Sei arrivato alle giovanili del Chievo nel primo anno di Serie A. Che sensazioni ricordi?
“Una grande emozione, ho seguito subito la prima squadra in trasferta a Firenze dove vincemmo 2 a 0. Ero molto appassionato del Chievo, andavo spesso a fare il raccattapalle, al Bentegodi ho visto delle partite bellissime. Erano anni dove stupivamo tutti, a livello societario c’era un’organizzazione straordinaria, sembrava di stare in una vera famiglia”.
Dopo anni di prestiti, da due stagioni ti sei conquistato il posto stabile in squadra. Un cerchio che si chiude?
“Nell’arco della mia carriera ho girato parecchio, forse un po’ troppo. Ho avuti anni buoni, altri difficili, qualche scelta sbagliata. Adesso sono contento di essere qua, mi sento calato al 100% in questo progetto, non so cosa mi riserverà il futuro, mi godo il momento”.
Dall’esterno si nota che sei il leader carismatico del gruppo…
“Sento sicuramente questo forte senso di appartenenza, ma oltre a me ci sono anche Obi, Garritano, Djordjevic, Giaccherini, Renzetti, siamo in parecchi che trascinano la squadra. Scherziamo tanto, secondo me è giusto saper bilanciare quando c’è da alzare la voce e quando fare una battuta”.
Giocatore più forte contro cui hai giocato e compagno di squadra che ti ha impressionato?
“Compagno più forte in prospettiva Viviani, può diventare un grande calciatore. Poi questa squadra rende meno quando non c’è Obi in campo, è un giocatore che, sicuramente, se non avesse avuto quei gravi infortuni in carriera non sarebbe in questa categoria. Anche da avversario mi ha sempre impressionato Renzetti, un terzino che ha spinta e corre per 90 minuti, che arriva sempre sul fondo e serve palloni pericolosi”.
Aglietti ex attaccante, Cesar ex difensore proprio del Chievo. Che rapporto c’è?
“Ci troviamo benissimo, col mister si può parlare veramente di tutto, è una persona sempre disponibile, pronta ad ascoltarti. Per la fase difensiva quello che è sempre sul pezzo è Cesar, sia io che gli altri centrali ci confrontiamo quotidianamente. È molto preparato”.
La pausa nazionali vi serve per ritrovare il Chievo dei 13 risultati utili consecutivi che si è perso? Cosa manca?
“La sosta arriva proprio al momento giusto. Anche nell’ultima partita abbiamo visto quanto siamo stati sfortunati. Se qualcuno tira uno schiaffo, sicuro, lo prendiamo noi…Dobbiamo cercare di recuperare quei giocatori infortunati che per noi sono importanti e rimettere benzina nelle gambe perché a gennaio abbiamo giocato quasi ogni tre giorni”.
Più forte il Chievo di quest’anno o dell’anno scorso?
“Difficile dirlo, il Chievo di oggi gioca meglio, crea tanto. Due stagioni fa c’era qualche giocatore che ti faceva vincere le partite, penso a Vignato, Meggiorini. Però se devo scegliere prendo questa squadra qua, perché se sta bene può comandare la partita contro chiunque”.
Lo porti il tuo Chievo ai playoff?
“L’obiettivo adesso è quello, poi se viene qualcosa in più ben venga. Se ci siamo riusciti la scorsa stagione, non vedo perché quest’anno non ce la dovremmo fare. Ci attendono 8 partite con il sangue agli occhi”.
Jacopo Segalotto