E’ di questi giorni la proposta di Traguardi di ridurre l’indennità di carica dei consiglieri comunali di Verona per destinare le somme al contrasto dell’emergenza sfratti. Proposta demagogica e populista? Forse.
Con l’inizio del nuovo anno è cessato il blocco degli sfratti prorogato più volte durante la pandemia, che ha garantito nei mesi scorsi le posizioni degli inquilini, alle prese con le difficoltà economiche causate dalla pandemia (perdita del lavoro, chiusura o blocco della propria attività, drastica riduzione degli incassi..). Chi invece non ha ricevuto tutele sono stati i proprietari di tali immobili, i quali non hanno percepito per diversi mesi i canoni di locazioni pur continuando ad avere occupato un proprio immobile. E non si pensi che tali proprietari siano grandi possidenti immobiliari o ricchi rentier. In Italia per lo più si tratta di piccoli proprietari che hanno ereditato o investito i propri risparmi nell’acquisto di un immobile da mettere a rendita.
Il reiterato blocco degli sfratti ha trovato la censura anche della Corte Costituzionale, secondo la quale il Legislatore non ha mai assegnato ai giudici chiamati a dare esecuzione agli sfratti il potere di accertare la sussistenza di un nesso di causalità tra la sopravvenuta emergenza pandemica e l’inadempimento dell’inquilino, nonché quello di valutare comparativamente le situazioni economiche del proprietario e dell’inquilino moroso ed operando un equo bilanciamento tra le due.
Detto ciò, qual è la categoria più debole e provata dalla pandemia e che necessità di un nuovo aiuto? Gli inquilini o i piccoli proprietari?
Perché non pensare invece ad una misura sicuramente meno immediata ma più strutturale, già attuata in altri Comuni e che potrebbe attenuare le difficoltà delle persone più fragili ed in difficoltà economica: si tratta del “baratto amministrativo”, una norma introdotta dal decreto “Sblocca Italia” del 2014, che consente ai cittadini bisognosi di pagare tasse e in generale debiti con l’Amministrazione comunale attraverso il proprio lavoro fino alla compensazione di quanto dovuto. Gli interventi possono riguardare pulizia, manutenzione e abbellimento aree verdi, piazze, strade, valorizzazione di zone limitate del territorio, ecc. Il decreto lascia margini molto elastici ai Comuni che possono definire autonomamente criteri e condizioni per la realizzazione degli interventi che possono essere presentati sia da singoli cittadini che associati. Sulla regolarità del baratto amministrativo si è già espressa in passato la Corte dei Conti, che ha evidenziato la necessaria approvazione di un apposito regolamento comunale (non solo una semplice delibera della giunta), il fatto che non si possa applicare a debiti pregressi dei contribuenti e che non possa essere fruito dalle imprese (ma solo da cittadini persone fisiche).
Una iniziativa insomma che potrebbe far nascere una nuova epoca tra cittadino ed amministrazione comunale, più orientato al venirsi incontro e cercare nuove soluzioni per i più deboli, che fatto di solleciti e cartelle di pagamento.
Marco Vantini, presidente Solori