“Chi è quello dietro a Gasperini?” Facile, è Tullio Gritti. Sì, lui, l’ex bomber di Brescia, Torino e Verona, ultimo anno in gialloblù, erano i tempi eroici di Bagnoli e Fascetti, giusto per ricordare.
Tullio Gritti ha fatto l’allenatore, tra l’altro anche Legnago e Sambonifacese, poi ha incrociato la strada di Gasperini, “…e non ci siamo più persi”.
C’è chi nasce numero uno e chi sta benissimo alle spalle di un big. “Io sto benissimo così, tra l’altro in una società che è diventata negli anni un modello e se la gioca alla pari con tutti”.
L’Atalanta? “E’ un modello, a partire proprio dal settore giovanile dove guardano ai risultati sul campo, ma anche a quelli scolastici. Perchè il calcio può anche essere una parentesi e non darti un futuro, ma il diploma serve sempre”.
Lui e il Gasp, dunque. “Un fenomeno” taglia corto Gritti. “Del resto, per lui parlano i risultati, la valorizzazione dei giocatori, l’ascesa dell’Atalanta di questi anni, che è una realtà del calcio italiano e non solo”.
Il Gasp, dice Gritti, è bravo quando allena, ma anche quando è in campo, “…perchè legge molto bene la partita e spesso, con i cambi, riesce pure a capovolgerla”.
Un limite? “Non ne ha” dice Gritti. “Ecco, diciamo che, a volte, preso dalla partita, tende a “scaldarsi” un po’. E lì, ci sono io. Credo di saperlo prendere, lui ormai si fida di me anche in questo. No, non è difficile lavorare con lui, sa gratificare lo staff e non gli scappa niente. Un grande, oggi, il migliore d’Italia”
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