Basta! C’è un cancro, a Verona, che va estirpato. Da tempo, ormai, la criminalità petrolifera ha affondato le radici nella nostra provincia. Business milionari di oro nero. Imprenditori onesti e cittadini sono le vittime. Gli aguzzini, questi criminali, non usano armi, ma soldi sporchi, luridi, una montagna. Lo Stato continua a uscirne bastonato. Questo l’ultimo clamoroso fatto.
L’Agenzia delle Dogane di Verona ha sequestrato a imprenditori scaligeri beni per oltre 100 milioni di euro nell’ambito di un’indagine sulle frodi nel settore dei carburanti. Gli accertamenti si sono focalizzati su operatori commerciali di prodotti energetici stabiliti nel Veronese che si sarebbero resi responsabili di frodi di diversa natura. Nel dettaglio, l’analisi dei rischi effettuata dagli uomini dell’Agenzia ha consentito di individuare una società creata da imprenditori del territorio che, dichiarando fittiziamente la propria sede all’estero, dal 2017 al 2020 ha commercializzato in Italia ingenti quantità di carburante. L’utilizzo di società “cartiere” e la contabilizzazione di fatture per operazioni soggettivamente inesistenti ha consentito alla società di realizzare profitti illeciti per svariati milioni di euro e indebiti crediti Iva per circa 4 milioni.
Sulla base degli accertamenti svolti il tribunale di Verona ha emesso un decreto di sequestro preventivo con il quale i funzionari dell’Agenzia sono stati delegati all’esecuzione sul territorio nazionale del sequestro di conti correnti, immobili, terreni, partecipazioni societarie e auto per un importo complessivo di 49.317.331 euro.
Inoltre, nel corso dell’ultimo mese, i funzionari in coordinamento con i coleghi delegati dalla procura di Pisa, hanno accertato la commercializzazione di 900 mila litri di carburante qualitativamente alterato ottenuto mediante la miscelazione di piccole quantità di gasolio con altro prodotto petrolifero qualificato come olio lubrificante e introdotto in deposito mediante documentazione falsa. La condotta fraudolenta ha consentito l’evasione di accisa per 555.660 euro. Sempre nello stesso periodo è stata riscontrata l’ulteriore responsabilità nell’evasione da parte dei due depositi qualificati come “destinatario registrato” con sede nel Veronese. Così il tribunale scaligero ha emesso un ulteriore sequestro preventivo per 79 milioni di euro.
Marcello Dalla Bernardina, presidente di Confcommercio Energia: “L’illegalità mette a rischio il settore”
Per il sindacato di categoria “è necessario che i disonesti rispondano per l’Iva evasa”
“La concorrenza sleale, sotto forma di acquisto di prodotto a prezzi fortemente ribassati e fuori mercato che viene proposto da operatori non conosciuti che non ne garantiscono la legittima provenienza, sta minando gli equilibri del settore del commercio di carburanti e mettendo in grandissima difficoltà le aziende che, per etica, non hanno ceduto alle lusinghe dei facili guadagni; un fenomeno sempre più diffuso anche nel veronese che determina oltretutto anche un danno ambientale, in quanto viene commercializzata materia prima che non assolve l’obbligo della bio-miscelazione attraverso cui avviene l’abbattimento della CO2 grazie alla percentuale di carburanti di origine vegetale”. Lo afferma Marcello Dalla Bernardina, presidente del sindacato energia di Confcommercio Verona il cui Direttivo, in carica dal 2018, si è riunito nei giorni scorsi. “Ci congratuliamo e ringraziamo la Guardia Di Finanza di Verona per le due operazioni che in questi giorni hanno portato al sequestro di beni e denaro rispettivamente per 100 milioni (notizia di oggi) e per 80 milioni di euro (“Free Fuel” a Mozzecane) a carico di società operanti nel commercio di carburanti nel territorio scaligero; queste si vanno a sommare alle altre quattro operazioni, altrettanto importanti, che si sono succedute negli ultimi 12 mesi nei confronti di società operanti sempre nella nostra provincia, da Arcole a Sommacampagna, da Cologna Veneta ad Albaredo D’Adige e che dimostrano l’impressionante dimensione del fenomeno”.
Per il sindacato energia di Confcommercio Verona “è necessario che i disonesti rispondano per l’Iva evasa, come peraltro già prevede il comma 3 ART 60-bis D.P.R. 633/1972, che sancisce la responsabilità solidale per il pagamento dell’Imposta: ciò permetterebbe allo Stato di disporre di risorse particolarmente utili in questo momento storico di grave emergenza economica a causa del Covid”. “Tale operazione – aggiunge Dalla Bernardina – rappresenterebbe un deterrente per un mercato che ancora registra, purtroppo, traffici irregolari”. L’Associazione si impegna, sempre più convintamente, a segnalare alle Autorità le situazioni poco chiare e, appena possibile, dopo le restrizioni Covid, programmerà una iniziativa per meglio spiegare il fenomeno dell’illegalità nel commercio dei carburanti all’opinione pubblica.