Dopo l’assemblea dell’Ordine degli Ingegneri, nei giorni scorsi, si è svolta una tavola rotonda dedicato all’impatto del Pnrr sul territorio veronese. Di seguito una sintesi degli interventi.
Emiliano Pizzini, vicepresidente di Italia Solare: “Il fotovoltaico installato sui tetti non è sufficiente: non basterebbero infatti tutti i tetti d’Italia per soddisfare gli obiettivi di energie rinnovabili che si è dato il nostro paese. Senza tener conto che tanti di questi non potrebbero essere utilizzati perché in zone vincolate. Occorre quindi lavorare anche su altre soluzioni, come l’off-shore. Il fotovoltaico su terreni agricoli rappresenta soluzioni che si possono facilmente rimuovere e benefici studiati in diversi Paesi”.
Stefani Casali, presidente AGSM-AIM: “Il Protocollo di Parigi ci pone una carbon neutrality entro il 2050, quindi i nostri investimenti vanno proprio in questa direzione, oltre al nostro impegno nella valorizzazione del ciclo del rifiuto completo. Dunque, puntiamo sull’energia pulita sana e rinnovabile, e lo faremo con 140 milioni circa da qui al 2024”. Quindi sulla mobilità ha aggiunto: “Le proiezioni ci dicono che circa il 50% dei veicoli sarà totalmente elettrico nel 2030, dunque dobbiamo attrezzarci su questa mobilità. In quanto alle colonnine, entro l’anno a Verona ci saranno 100 punti di ricarica. Nel piano industriale, vorremmo arrivare a 350 colonnine tra Verona, provincia e parte della provincia di Vicenza. In previsione del 2050, credo che un grande contributo possa venire proprio dall’idrogeno. E noi di Gsm stiamo realizzando diversi studi su questa possibilità”.
Roberto Giacobazzi, professore della Scuola di Scienze e Ingegneria dell’Università di Verona: “La digitalizzazione è una delle fette più importanti del Pnrr. L’Italia sconta un ritardo colpevole: c’è voluto il Covid per svegliare una nazione. Se un ragazzo oggi non può non sapere l’inglese, il ragazzo di domani deve saper programmare. Il futuro è sviluppare servizi intelligenti e dare intelligenza alla rete e alla nostra società”.
Andrea Lusenti, Direttore Generale Cassa Padana: “Con il Superbonus il sistema bancario ha faticato, soprattutto per la novità della cessione dei crediti di imposta che ha avuto bisogno di un po’ di tempo per essere messa a regime. Il settore bancario è molto coinvolto nel cambiamento di visione dal punto di vista ambientale ed energetico, sia da un punto di vista etico ma anche perché da quest’anno lo stress test inserirà anche codici relativi all’attenzione alla sostenibilità delle imprese”.
Roberto Mantovanelli, presidente Acque Veronesi: “La tutela della risorsa idrica per noi è l’aspetto più importante. Alcuni dei nostri progetti riguardano il prolungamento di alcune dorsali e la creazione di una terza dorsale da Montorio a Velo Veronese. Quanto invece alle perdite di risorse idriche, abbiamo previsto interventi consistenti, per 10 milioni di euro del piano. Stiamo comunque lavorando su tutti i fronti”.