Cala il sipario dell’Altro Teatro, e si chiude la prima stagione invernale della ‘ripartenza’. Nonostante limitazioni e incertezze dettate dalla pandemia, il Camploy ha registrato in pochi mesi 1.632 spettatori dal vivo. Un successo di pubblico per la rassegna del Comune dedicata al teatro di ricerca e alla danza contemporanea, attestato anche dai ‘sold out’ che si sono susseguiti.
A vincere, dal punto di vista delle presenze, sono stati lo “Lo Zoo di Vetro” di Leonardo Lidi e “Così è (o mi pare)” in realtà virtuale di Elio Germano. Ottimi risultati, ad un passo dal tutto esaurito, anche per i veronesi Babilonia Teatri con “Mulinobianco” e “In nome del padre” di Mario Perrotta, con la collaborazione di Massimo Recalcati. Prevendite già esaurite anche per Emma Dante e il suo “Misericordia”, annullato poche ore prima della messa in scena per sopraggiunti problemi tecnici della compagnia.
La vera svolta è stata social. Per la prima volta è stata creata la pagina Instragram, una vera e propria piattaforma culturale, con stories associate direttamente all’acquisto dei biglietti. Da ottobre ad aprile, la rassegna L’Altro Teatro ha raggiunto ben 35 mila persone attraverso le pagine Facebook e Instagram, con un’impennata a partire dallo scorso gennaio in concomitanza con le sezioni dedicate al teatro e alla danza. Su Facebook la copertura dei post a inizio stagione era pressoché nulla, 98 persone totali, oggi, invece, conta 20.524 ‘spettatori’ virtuali. Su Instragram, la pagina @laltroteatro.camploy è arrivata ad avere una copertura di 14.442 persone, con 2.118 visite al profilo e un totale di 362 followers composti da una netta predominanza femminile distribuita tra i 25 e i 44 anni.
“Ripartire subito era il nostro principale obiettivo e vedere il teatro a capienza piena, con un pubblico da sold out, è stato emozionante – spiega l’assessore alla Cultura Francesca Briani -. Non era per niente scontato, le difficoltà sono state tante, sia per mettere in piedi una programmazione di alto livello nonostante le limitazioni, sia per affrontare il cambio di regole anticontagio avvenuto da un giorno all’altro proprio ad inizio stagione. Ma la risposta del pubblico ci ha ripagato e ha dimostrato l’affetto per la rassegna sperimentale del Camploy”.
“E’ stata una stagione complessa, proprio perché non sapevamo come avrebbe reagito il pubblico – afferma il direttore artistico Carlo Mangolini -. Tornare a teatro, al chiuso, dopo due anni non è stato immediato, ma via via abbiamo riacceso l’interesse e l’entusiasmo dei veronesi. E di questo siamo davvero orgogliosi”.