Eloise ha viaggiato dalla lontana Cornovaglia alla travolgente Londra dei giorni nostri. È una giovane appassionata di moda, dotata di una sensibilità in grado di oltrepassare i confini che delimitano vita e morte. In quella stessa città sua madre aveva cercato fortuna quarant’anni prima, con drammatiche e dolorose conseguenze; segnata da questo burrascoso passato e cresciuta, insieme alla nonna, col mito della Swinging London e della moda anni ’60 in testa, la ragazza si butta in una nuova avventura nella speranza di trovare la sua vocazione. Assalita dal tran tran londinese e dall’ancor più caotico stile di vita dei suoi coetanei, troverà riparo presso la casa di un’anziana signora nel quartiere di Soho, un luogo pregno di storie, violenza e leggende che pian piano inizieranno a riemergere.
Incubo o realtà?
Cosa sei disposto a fare per realizzare i tuoi sogni e trasformare i tuoi desideri in realtà? È questa la domanda posta sin dalle prime scene agli spettatori e alla protagonista di Last Night in Soho, nuova fatica del regista Edgar Wright (Fuori Concorso alla 78ª Mostra del Cinema di Venezia), capace di raccontare un’ottima storia attraverso un lavoro di commistione di generi, temi ed estetiche cinematografiche.
Thriller, horror, musical si intrecciano allora a colpi di scena ben assestati e a un’originalissima vicenda di formazione: quella di una ragazza che vive nella mitizzazione della sua citta dei sogni e che, inevitabilmente, imparerà – a sue spese – cosa vuol dire immergersi in un sottosuolo fatto di gente ambigua, loschi interessi e luoghi che hanno da raccontare storie sepolte nel passato; proprio di quelle storie lei, che vive di ideali e cerca di mimetizzarsi nel suo nuovo mondo, inizia ad appropriarsi. La realtà e il sogno finiranno allora per mescolarsi, mostri dal passato invaderanno gli spazi contemporanei e la quotidianità si trasformerà in una sorta di odissea psichica pronta a travolgere la giovane, con esiti imprevedibili e un ritmo al cardiopalma.
La ricetta perfetta
Nella sua discesa agli inferi Eloise racconta una storia di finzione, ma la densità di tale racconto è tale da rendere presente un passato violento e fin troppo verosimile, portando con sé anche una certa condanna a quel maschile malvagio e senza scrupoli dal quale molte donne hanno tentato – e tentano ancora – di allontanarsi senza successo.
Lo strano e ambiguo mondo di Last Night in Soho rivive secondo l’estetica anni ’60, con i successi pop dell’epoca a dominare la scena e una fotografia dai colori sgargianti. Ingredienti di qualità, che uniti a volti perfettamente in parte di Matt Smith, Thomasin McKenzie e Anya Taylor-Joy e a una scrittura precisa e leggera, danno la ricetta di un’opera compiuta e soddisfacente, dotata peraltro di un finale che – fortunatamente – ci riconduce a un presente meno inquietante e più piacevole di quanto non ci fosse apparso finora.
VOTO: 9