Chiedendo «ancora un po’ di pazienza» ai promessi sposi che aspettano con ansia una data per la ripartenza dei matrimoni, Mario Draghi ha frenato in diretta tv l’impazienza dell’ala aperturista della sua maggioranza. Il presidente del Consiglio comprende le esigenze dei partiti di intestarsi ora il rilancio del turismo, ora lo slittamento del coprifuoco, ma è determinato a non bruciare le tappe e forse anche un po’ stufo di essere tirato per la giacca. Quando avverte «dobbiamo essere attenti a bilanciare le ragioni dell’economia con quelle della salute», conferma che il governo non farà fughe in avanti. Il coprifuoco non sarà cancellato e ci vorrà ancora qualche giorno perché si decida di farlo slittare alle 23.
Forza Italia, in asse con la Lega e con Italia viva, è in pressing per spalancare porte e finestre e cancellare del tutto il divieto di circolazione. Il capogruppo di FI Roberto Occhiuto attacca «i rigoristi dell’esecutivo precedente», ricorda che «il presidente Draghi non è Conte» e invoca una data certa per le attività ancora chiuse, come il wedding. Quando tocca a lui, il premier rivendica un «approccio graduale a seconda dell’andamento epidemiologico» e formalizza la strategia.
Niente accelerazioni sulle riaperture e niente strappi, l’Italia vista da Palazzo Chigi non può ancora permettersi assembramenti e feste. Quelle delle nozze poi «sono una occasione di socialità che può favorire i contagi». E qui il presidente assicura di comprendere «la preoccupazione di chi si accinge a sposarsi», concede una nota di memoria personale («il festeggiamento è un desiderio che abbiamo avuto tutti»), ma poi allontana brindisi e confetti: «È fondamentale avere pazienza per evitare che un’occasione di gioia e spensieratezza si trasformi in un potenziale rischio per i partecipanti».
Le decisioni sul calendario delle riaperture saranno prese lunedì 17, nella cabina di regia che Draghi ha voluto posticipare rispetto alle aspettative del centrodestra di governo. In quella sede saranno date «maggiori certezze» e quindi una data «al comparto del wedding, che ha subìto danni significativi» e sarà fissato il giorno in cui il coprifuoco cambierà. Di cancellarlo Draghi non vuole saperne, in linea con le scelte di Francia e Germania. Ma lo slittamento di un’ora è ormai certo. Il ministro Roberto Speranza proporrà che la misura simbolo cambi «con gradualità e in più date», per non illudere che siamo al «liberi tutti». E così il nuovo orario verrà formalizzato nel Consiglio dei ministri che potrebbe tenersi il 18 o il 19 maggio. In quella sede i ministri daranno il via libera a un nuovo decreto con le riaperture anticipate, che potrebbe entrare in vigore lunedì 24 maggio.
Stando alle ipotesi sul tavolo, i centri commerciali nei weekend riapriranno alla fine di maggio e il settore wedding il 15 giugno. E bisognerà decidere quando far tornare le persone nelle piscine coperte, nei parchi tematici e nei ristoranti al chiuso.