Coppelia, istinto e fragilità della donna Va in scena un balletto romantico del 1870, rivisto da Laura Corradi per Ersiliadanza

L’istinto e la fragilità della donna, la perfezione della bambola. Al Teatro Romano va in scena Coppelia, balletto romantico del 1870 rivisto da Laura Corradi per Ersiliadanza. Prosegue il cartellone dell’Estate Teatrale Veronese, rassegna organizzata dal Comune di Verona. Questa sera sarà la volta di due danzatrici impegnate a raccontare il dualismo tra le emozioni umane e la freddezza della meccanica. Opposti che si scontrano, ma anche attraggono, supportano e completano, quelli portati in scena da Midori Watanabe e Carlotta Plebs, con le musiche di Léo Delibes.
La trama narra la storia dell’infatuazione di Franz per la misteriosa Coppelia, sempre seduta dietro alla finestra con un libro in mano. Swanilda, la fidanzata di Franz, un giorno vede che lui le manda un bacio, e ne è gelosa. Lei si introduce nel laboratorio di Coppelius, il giocattolaio del paese, un po’ inventore e un po’ mago, dove scopre che Coppelia è una bambola. Nasce così l’immaginario rapporto tra la donna reale pervasa di emozioni, accecata dalla gelosia, istintiva e irruente, vittima di ogni possibile fragilità umana, e la bambola meccanica, perfetta, che non può perdere mai il controllo proprio perché è un robot. Coppelia accoglie risate e lacrime e restituisce a Swanilda la capacità di capire, muoversi nel mondo e ritrovare la fiducia in se stessa.