Il bene dei singoli è il bene di tutti. Ed adoperarsi per il bene e la dignità dei singoli, in ogni parte del mondo, significa prendersi cura del mondo intero. Progettomondo se ne occupa dall’America Latina, fino in Africa, ma anche in Medioriente, nella Striscia di Gaza. L’obiettivo? “Ridurre le disuguaglianze economiche e sociali nei singoli Paesi e tra le diverse aree del mondo”, come ci spiega Mario Mancini, presidente di Progettomondo.
Come è nata la vostra realtà?
Progettomondo è nato nel 1966 e al tempo si chiamava MLAL, acronimo di Movimento Laici America Latina. Era infatti un’emanazione del Cum (Centro Unitario Missionario), che aveva l’obiettivo di offrire una rete d’appoggio ai volontari laici impegnati in America Latina. Nel tempo, l’organizzazione si è dotata di una vera e propria struttura per la cooperazione internazionale e, verso la fine degli anni ’90, l’Ong si è aperta all’Africa, a cominciare dal Mozambico e poi via via in Burkina Faso, Angola, Congo, Marocco e più di recente anche in Niger, in Tunisia e nella Striscia di Gaza. Da qui il cambio di nome in Progettomondo.
Qual è la mission dell’associazione?
Progettomondo intende essere agente di cambiamento e costruttore di alleanze, promuovendo scambi tra i popoli e il dialogo tra le culture e affermando il principio della corresponsabilità. Ci mobilitiamo per ridurre le disuguaglianze economiche e sociali nei singoli Paesi e tra le diverse aree del mondo e ci attiviamo perché le comunità più fragili, e le nuove generazioni in generale, diventino protagoniste del proprio sviluppo e, di conseguenza, di quello globale.
Su quale territorio operate?
Operiamo in America Latina, nello specifico in Bolivia, Perù e Brasile; in Centroamerica, Haiti e Honduras; in Africa, ossia in Marocco, Tunisia, Burkina Faso, Niger, Mali e Mozambico. Da qualche tempo siamo anche in Medioriente, nella Striscia di Gaza. Numerosi programmi di global education ci coinvolgono, inoltre, in Italia e in vari Paesi europei.
Avete in cantiere progetti di cui vorreste parlare in particolare?
Tutte le nostre attività puntano a garantire una vita più dignitosa alle persone nel mondo. Lo facciamo tramite interventi in ambito dello sviluppo sostenibile, della giustizia, della global education e delle migrazioni. È su quest’ultimo ambito, più che mai attuale, che si concentra quest’anno la nostra campagna di Natale.
Ci spiega perché?
Le migrazioni rappresentano uno dei principali fenomeni umani su cui si concentra l’attenzione dell’opinione pubblica a livello mondiale, molto spesso con prese di posizione ideologiche, soggette a strumentalizzazioni e non affrontate in maniera rispondente alle sfide complesse. Il diritto a migrare e il diritto a restare sono due facce della stessa medaglia, cioè che da un lato vengano affermate le condizioni di sviluppo dei Paesi da cui provengono le persone migranti per eliminare le cause che conducono a una scelta dettata da ragioni economiche, sociali, comunque e sempre dolorose, dall’altro garantire percorsi per la soluzione di esigenze reciproche di società che se ne avvantaggiano mutuamente.
Come agite “sul campo”?
In Marocco da tempo promuoviamo la migrazione responsabile e favoriamo processi di reinserimento nei territori di origine dei migranti di ritorno. Nel Sahel, Progettomondo interviene in progetti di supporto alla resilienza delle famiglie. (st)
Un impegno per un mondo più equo
Il principale supporto arriva dalle raccolte fondi. L’attivismo delle nuove generazioni
Mi racconti una “storia virtuosa” sorta grazie al contributo della vostra realtà?
Fatima, donna delle fragole in Spagna, non ha più bisogno di migrare, grazie al sostegno di Progettomondo in Marocco. La donna, ora imprenditrice a Khenifra, dove organizza eventi in occasione di cerimonie e feste, è stata per qualche tempo in Spagna, usufruendo dell’accordo di migrazione stagionale tra le due nazioni. Ma il pensiero andava sempre ai bambini rimasti a casa con una nonna anziana e un padre assente. Ora riesce a garantire le spese mediche alla figlia epilettica e le iscrizioni scolastiche nella sua città, potendosi quindi permettere di rifiutare la proposta di ritornare in Europa a raccogliere fragole. Ha colto con entusiasmo la proposta di Progettomondo che le consente di organizzare eventi con attività di catering e di proseguire la sua crescita professionale, partecipando a formazioni su gestione dell’impresa e marketing e continuando a condividere le proprie competenze.
Esistono molte storie come la sua?
Le “donne delle fragole” sono prese a manciate dalle terre del Marocco, perché abituate a questo tipo di lavoro molto delicato, particolarmente minuzioso, manodopera già formata e a basso costo. Criterio immancabile, l’avere una famiglia che le aspetta a casa, garanzia del loro ritorno. Il lavoro però è faticoso, restare per ore chinate, spingere carrelli pesanti, per molte le condizioni fisiche peggiorano, altre, come Fatima, hanno figli malati o situazioni familiari complicate. Tornare in Spagna diventa impossibile, restare in Marocco è una condanna. Creare un’Attività Generatrice di Reddito tutta loro è quindi una soluzione che permette di tirare un respiro di sollievo, restare vicine alle famiglie e provvedere a loro con cure e piccoli incassi.
Di che tipo di supporto avete maggiore bisogno?
Come tutte le realtà che operano nella cooperazione il principale supporto di cui necessitiamo sono contributi economici, quelli dei singoli, che possono aderire alle nostre raccolte fondi e campagne periodiche o donare liberamente per il Paese o la tematica che desiderano, e quelli di fondazioni, aziende, realtà del pubblico o del privato che credano nel cambiamento che promuoviamo, finanziando specifiche progettualità. Inoltre, promuoviamo l’attivismo delle nuove generazioni, che puntiamo a coinvolgere il più possibile nelle nostre attività, in particolare sulle tematiche di contrasto al cambiamento climatico e per favorire l’integrazione e il dialogo. Il loro supporto, con l’adesione a eventi, laboratori e iniziative proposte, favorisce l’entusiasmo e promuove energicamente il cambiamento.
Cosa vi augurate dal futuro per la vostra realtà?
Ci auguriamo di poter proseguire nel nostro impegno per un mondo più equo, in cui ciascuno possa riuscire a fare un passo avanti nella garanzia di una vita dignitosa, un diritto che dovrebbe essere garantito a livello universale. Il mondo della cooperazione ultimamente è bersaglio di numerosi attacchi e scarsamente riconosciuto persino a livello politico. Questo inficia la credibilità verso chi, come noi, agisce per un bene comune, globale, facendo gli interessi non del singolo Paese, ma del pianeta e dell’intera umanità. Il bene dei singoli è il bene di tutti.
Stefania Tessari
(puntata numero 21)