La provincia con il maggior numero di cooperative irregolari non associate è Verona (84) di cui solo due figurano iscritte a Confcoperative. Sono gli esiti dei controlli relativi al 2016 dell’Ispettorato del Lavoro veneto sul mondo della cooperazione che, come sottolinea il presidente provinciale Fausto Bertaiola, si possono leggere in due modi. “Il campanello d’allarme è rappresentato dal loro numero, che non è trascurabile – sottolinea- ma d’altro canto c’è il dato relativo alla presenza di cooperative irregolari in seno all’associazione: solamente 2, a fronte di 332 cooperative aderenti, con capitale sociale complessivo di 64 milioni e 206mila euro e 59.862 soci totali per un fatturato complessivo di 6 miliardi e 806 milioni di euro”.
“Questo – aggiunge Bertaiola – significa che l’associazionismo è sinonimo di trasparenza. In questi numeri c’è la conferma che Confcooperative è sinonimo di correttezza. Chi si associa vuole rispettare le regole e chi non è disposto a farlo, non a caso, preferisce restarne fuori, e spesso in questo modo riesce ad evitare le revisioni”. Le cooperative aderenti alle centrali cooperative infatti vengono revisionate con puntualità mentre le non aderenti, sottoposte alla revisione direttamente da parte del ministero dello Sviluppo economico, spesso restano a lungo prive di controlli. “Ricordo – prosegue il presidente di Confcooperative – che proprio da Verona due anni fa ha preso il via la campagna di raccolta firma per la proposta di legge (ora al vaglio del Senato) che prevede varie misure per combattere la falsa cooperazione: perdita della qualifica di cooperativa per le imprese che non siano state sottoposte alle revisioni e ispezioni degli Enti preposti; la definizione di un programma di revisioni per i settori più a rischio; la tempestiva comunicazione dello scioglimento delle cooperative all’Agenzia delle Entrate; la creazione di una cabina di regia al Ministero dello Sviluppo Economico che coordini i soggetti chiamati a vigilare. E’una battaglia nella quale siamo in prima linea – ribadisce Bertaiola – perché gli effetti deleteri della mala cooperazione si riverberano su tutta la buona cooperazione, il cui contributo è essenziale in termini di occupazione e produzione di reddito per migliaia di famiglie. Siamo costantemente impegnati nel confronto con le istituzioni per correggere le storture dove le cooperative spurie trovano terreno fertile – penso alle gare d’appalto al massimo ribasso che favoriscono chi sfrutta i soci lavoratori anziché remunerarli correttamente – e di concerto con gli enti pubblici siamo promotori di appuntamenti formativi che vanno in questa direzione. Il nostro impegno non viene meno – conclude il presidente di Confcooperative Verona – così come la nostra determinazione nell’estirpare la cooperazione fasulla, che riteniamo una piaga sociale ed economica”.