Confindustria Veneto, baruffe chiozzotte Belluno reclama la presidenza fino al 2029 in vista delle Olimpiadi invernali. Verona replica: tocca a noi. I nomi di Bertone e Poli si annullano. Si cerca un terzo candidato. Boscaini? Ci sono mal di pancia. Si decide tra un mese: a Carnevale... Campiello in difficoltà?

Il presidente di Confindustria Verona, Raffaele Boscaini
Il presidente di Confindustria Verona, Raffaele Boscaini

E poi si dice della politica che sarebbe litigiosa. Nel Veneto della politica che sta litigando per le prossime regionali con tensioni tra gli alleati del centrodestra per il terzo mandato al governatore Luca Zaia che non è più ricandidabile, la Lega che minaccia la corsa solitaria, Fratelli d’Italia che con il suo record di voti alle Europee in Veneto reclama il diritto di guidare la Regione, Forza Italia che fa la voce grossa perché ha scavalcato i leghisti e via di questo passo, c’è anche un altro scenario di litigiosità. Ed è quello del Veneto economico che nulla ha da invidiare in quanto a tensioni a quello politico. Si tratta della nuova nomina della presidenza di Confindustria Veneto, guidata dall’uscente Enrico Carraro. Ma l’accordo sul suo successore ancora non è stato trovato. E le consultazioni dei saggi riprendono, dopo la fumata nera, e se ne riparlerà tra un mese, a fine febbraio, in pieno Carnevale e forse non è solo una metafora. Una battaglia che non va vista solo come una semplice lotta di potere tra correnti di Confindustria, perché le ricadute sul territorio di queste vicenda sono molto concrete: vanno a toccare gli assetti e gli equilibri delle Confindustrie territoriali, per esempio a Verona dove si deve nominare il nuovo presidente e coinvolgono poi gli equilibri di tutte le realtà in cui Confindustria è presente a cominciare dagli assetti dell’editoria veneta e locale. Tanto per non far nomi, da Nem (Marchi) al gruppo Athesis dove sono presenti Verona e Vicenza. Tutti spettatori interessati. Come ricostruito dai vari giornali veneti, ora si rende necessario un nuovo round di consultazioni dopo il nulla di fatto per la designazione del successore di Enrico Carraro. Il nuovo presidente guiderà Confindustria Veneto fino al 2029 e quindi si occuperà anche delle Olimpiadi invernali, una vetrina ambita da molti perché garantirà una visibilità straordinaria a livello mondiale. E non è un caso che a candidarsi per prima sia stata Lorraine Berton, non solo presidente di Confindustria Belluno ma anche presidente del Gruppo tecnico Olimpiadi grandi eventi ed economia della montagna voluto dal presidente nazionale Orsini. Una che conosce molto bene i dossier dei Giochi invernali Milano-Cortina del 2026. Inoltre andando a ritroso nel tempo e guardando i vari equilibri territoriali, Belluno afferma che sarebbe arrivato ora proprio il suo turno visto che è dal 1998 che non esprime il presidente.

Verona vuole entrare nel grande gioco. Affidato il mandato a una commissione nella quale è presente l’ex presidente Pedrollo

Ma anche Verona vuole entrare in gioco sostenendo che è arrivato il momento degli scaligeri (ultimo presidente veneto Andrea Riello nel 2008) e così è stata presentata la candidatura dell’imprenditore Lorenzo Poli, veronese, già vice di Raffaele Boscaini nella territoriale veronese, presidente di Cartiere Saci e leader nazionale dell’associazione di Confindustria Assocarta. Ma nel consiglio di presidenza la votazione ha portato a un nulla di fatto. Stallo totale. E si sono creati così due fronti contrapposti,secondo quanto ricostruiscono gli addetti ai lavori (o ai livori): da una parte la potente Confindustria di Veneto est alla quale si associa in questa fase anche Belluno, dall’altra le Confindustrie di Verona e Vicenza che ritengono sia necessario riequilibrare lo strapotere del Veneto orientale. E’ stato così affidato il mandato a una commissione composta da Luca Businaro (per Belluno), Giulia Faresin (per Vicenza), Giulio Pedrollo (per Verona) e Alberto Zanatta (per Veneto Est) per trovare «nei prossimi giorni” una nuova candidatura alla presidenza. Difficile che si arrivi a una convergenza su uno dei due nomi, più facile che si cerchi un terzo candidato. Chi potrebbe essere a questo punto un candidato di sintesi? Sembra affacciarsi l’ipotesi di una soluzione nel nome di Raffaele Boscaini, presidente uscente di Confindustria Verona, come quella capace di rompere lo stallo. Anche se c’è chi vede nella decisione di candidare Poli per mettere il bastone tra le ruote dei bellunesi, proprio la regìa del presidente uscente della territoriale veronese. E quindi sarebbe super partes fino a un certo punto. Inoltre Belluno sostiene che il principio della rotazione della presidenza non favorisce Verona ma appunto i bellunesi. Boscaini poi (Gruppo Masi) è sostenuto dalle territoriali di Verona e di Vicenza ma questo ha già prodotto più di un mal di pancia tra gli imprenditori se è vero che sarebbe andato su tutte le furie Renzo Rosso, vicentino, patron di Otb che con il Gruppo Masi di Boscaini ha avuto notevoli e pubblici attriti, uscendo dalla compagine societaria. Una ricostruzione che però lo stesso Rosso ha voluto smentire con note ufficiali. Ma anche questi retroscena non aiutano la composizione della situazione e sono destinati comunque a lasciare cicatrici nel mondo confindustriale. A questo punto si riprendono le consultazioni, con un mese a disposizione. Al massimo. La strada non è facile, le contrapposizioni sono molte e le ricadute ancor più numerose se pensiamo che il successore di Boscaini a Verona sarebbe già stato deciso nel nome di Giuseppe Riello, attuale presidente della Camera di commercio. E l’ente camerale avrà quindi poi bisogno di trovare un nuovo presidente (Paolo Arena?). Non sarà facile, si diceva, perché la battaglia appare tutta impostata su logiche territoriali e di potere in vista delle Olimpiadi invernali, con asprezze tipiche delle baruffe politiche mettendo in secondo piano, almeno fino ad ora, logiche di competenza e progettuali. Una situazione difficile anche perché sarebbe coinvolto il futuro del prestigioso premio Campiello, fiore all’occhiello di Confindustria Veneto, che però viene descritto da fonti confindustriali in grande sofferenza per dimissioni interne, dimissioni tra la giuria di letterati e con incertezza tra gli sponsor. E non sarebbero solo voci. Insomma, la strada sembra in salita. mb