Confcommercio, una lettera per Zaia "Serve chiarezza, soprattutto per ristoranti e bar: così, rischiano di chiudere i battenti"

Caos Dpcm: l’applicazione del Decreto anti-Covid entrato in vigore ieri sta causando confusione e genera una ridda di dubbi tra gli imprenditori dei pubblici esercizi veronesi. In tanti si stanno rivolgendo in queste ora agli uffici di Confcommercio Verona chiedendo lumi su vari aspetti. E ieri ci sono stati ristoranti che hanno rifiutato prenotazioni oltre i 6 posti per tavolo, persone che hanno annullato pranzi e cene, titolari di locali e clienti che non sapevano come comportarsi per gli eventi conviviali. Mentre le attività di catering, dall’oggi al domani, si ritrovano con matrimoni annullati, pur avendoli organizzati con gli stessi standard di sicurezza di un ristorante.

Il nodo principale, sottolinea Confcommercio Verona, è nella parte del Dpcm che vieta le feste al chiuso e all’aperto e limita quelle conseguenti alle cerimonie civili o religiose a un massimo di 30 persone. “A nostro avviso la festa non può essere equiparata al momento in cui si va al ristorante mangiare, ma sottintende altre attività collaterali di intrattenimento – spiega su questo punto il presidente di Fipe Confcommercio Verona Paolo Artelio – Se passasse il concetto che ogni occasione in cui ci si ritrova in un pubblico esercizio è una festa, tanto vale che ristoranti, bar, pasticcerie, gelaterie, chiudano i battenti subito: non si lavorerebbe più”.
Diversamente, secondo l’interpretazione condivisa dalle Fipe-Confcommercio del Veneto, il Dpcm non introdurrebbe nessun limite né sul numero di commensali, né sulle motivazioni per le quali, ad esempio, si intende passare la serata in un bar o ristorante, dove tra l’altro sono garantite tutte le prescrizioni igieniche e di distanziamento che evitano il contagio.
“Il legislatore deve fare chiarezza al più presto – commenta Artelio – perché quella che noi riteniamo essere la vera ratio della norma non è detto sia condivisa da chi è preposto ai controlli”.
Confcommercio Veneto ha inviato una nota al presidente Luca Zaia, affinché intervenga sollecitando precise indicazioni alle attività di settore. Richiesta cui si accompagna anche quella, formulata nei giorni scorsi al Governo dalla Fipe nazionale, di prevedere aiuti concreti e tempestivi a sostegno di un settore pesantemente penalizzato.