Un ampio manifesto “programmatico” con richieste e proposte per il rilancio del terziario di mercato a San Bonifacio indirizzato ai candidati a sindaco: lo ha elaborato la delegazione di Confcommercio guidata da Paolo Ambrosini, che lo ha presentato questa mattina in una conferenza stampa nella sede sambonifacese dell’Associazione.
“Confcommercio Imprese per l’Italia della Provincia di Verona è la più importante Associazione di Categoria del Terziario e la più grande rappresentanza d’impresa in Italia, oltre che d’Europa, associando oltre 700.000 imprese”, ha esordito Ambrosini. “Il sistema di rappresentanza di Confcommercio si articola sia a livello territoriale, con organizzazioni provinciali e con unioni regionali, che categoriale, con organizzazioni nazionali di categoria”. “Confcommercio è prima anche nella nostra provincia per numero di associati, rete di uffici e delegazioni territoriali. Conta 8 sedi sul territorio provinciale e 5 Sportelli d’Impresa e può fornire un valido servizio di rappresentanza alle imprese mentre per le istituzioni è, a tutti i livelli, un interlocutore affidabile e competente”. “San Bonifacio è punto di riferimento per l’Est veronese grazie alla sua fortunata collocazione geografica al centro dell’intersezione tra assi viari importanti da est a ovest e da nord a sud; questo le ha portato nel tempo tutta una serie di servizi primari insieme ai quali nel tempo si sono sviluppate le attività imprenditoriali, con una sensibile prevalenza di quelle del settore del terziario che infatti sono quelle maggiormente numerose e che garantiscono un alto livello di occupazione nel territorio del comune”. Ambrosini ha quindi illustrato i dati aggiornati sul trend del terziario di mercato sottolineando che “anche a San Bonifacio, al pari di quanto avviene a livello nazionale – come racconta la ricerca che Confcommercio ha realizzato con l’istituto Tagliacarne – il settore del commercio di vicinato è in una fase di profondo cambiamento frutto della crescita impetuosa dell’online che ha avuto durante il periodo del Covid una fortissima accelerazione a causa delle chiusure imposte alla distribuzione commerciale fisica”.
“La crescita del commercio online – ha aggiunto citando il Manifesto – si inserisce in una fase non brillante per l’economia dei consumi come risulta dai principali indicatori economici e in una situazione di medio-lungo periodo che ha visto una sostanziale stagnazione dei consumi interni, e quindi necessariamente riduce lo spazio vitale delle imprese di prossimità che purtroppo hanno chiuso e continueranno a farlo se non vi sarà l’adozione di misure tese a invertire il trend, misure di carattere fiscale, ma anche di revisione di quella scelta di liberalizzazione che a partire dalla legge 4 agosto 2006, n. 248 ha determinato i successivi sviluppi del settore della distribuzione commerciale”. Negli anni si è assistito a una “rarefazione dell’offerta commerciale sotto casa, soprattutto nel centro storico del paese e delle frazioni, che ha fatto venire meno quella componente di servizio offerta dai negozi di vicinato alimentare e oggi anche di altri importanti merceologie”.