Con Nabucco in scena la realtà virtuale Si chiama“Impersive’’, l’ultima frontiera che trasforma lo spettatore in protagonista

La realtà virtuale si impadronisce anche di Nabucco. Presentando l’opera verdiana, che da sabato 15 luglio, con quattro serate, torna a brillare in Arena, ha fatto il suo ingresso in scena un nuovo progetto messo in campo per questo 100° Arena di Verona Opera Festival. Si tratta di “Impersive’’: un’esperienza immersiva che attraverso un sistema visivo porta sul palcoscenico dell’Arena la realtà virtuale, attraverso una tecnica di ripresa che permette di vivere l’emozione in prima persona.
“Impersive si contraddistingue per il suo meccanismo pratico e unico che replica il miracolo della visione- afferma Roberto Brughera- Permette a chiunque indossi il visore di vivere in modo immersivo lo spettacolo. Nel mondo del lusso “Impersive’’ lavora con grandi marchi come Prada o Armani. Viene utilizzato in questo caso con lo scopo di avvicinare il mondo della lirica al mondo comune. Sarà il pubblico a diventare protagonista della storia’’.
Tecnologia a parte, Nabucco rappresenta l’emblema della perfezione del repertorio verdiano facendo emergere la sincerità drammatica riportando il pubblico in un’atmosfera quasi biblica.
Con un cast che funge da elemento distintivo per la sua elevata qualità l’Anfiteatro ospita non solo artisti di fama internazionale, ma anche grandi direttori del calibro di Daniel Oren e Alvise Casellati. Con la regia rigorosa di Gianfranco De Bosio le architetture tradizionali di Rinaldo Olivieri si incontrano, fra scenografici templi e una colossale torre di Babele.
“Siamo giunti alla sesta prima- esordisce il vicedirettore artistico di Fondazione Arena, Stefano Trespidi- Dopo ogni prima la meta è sempre più vicina e la risposta da parte del nostro grande pubblico entusiastica. L’Arena presente uno dei tre capolavori della triade d’oro assieme a Carmen e Aida che si caratterizza per il gusto, l’approccio e il senso estetico unico. Vedere in meno di ventotto ore sia Nabucco che Aida-continua- ci dà il senso e l’idea di come si sia evoluto negli ultimi tempi il gusto dell’opera lirica’’.
La parola è passata poi al direttore Daniel Oren che si è soffermato sulla perfezione artistica di un’opera come quella di Nabucco. “Penso non ci sia nessun dubbio-ha affermato- Nabucco è la miglior opera fra le opere del primo periodo di Verdi. Dai tempi di Guglielmo Tell non era stata scritta un’overture di questo calibro. I personaggi vivono vite musicali separate e indipendenti e grazie alla capacità di Verdi non cambiano venendo invece esalatati nei loro connotati. All’Arena- ha concluso-si fa grande musica con una compagnia e un coro tra i migliori al mondo’’.

Francesca Brunelli