L’aumento dei costi delle materie prime e la minore redditività della produzione, a causa dell’emergenza pandemica, rischiano di accentuare la situazione di crisi del settore lattiero caseario, che ha già segnato il 2020. “I carboidrati sono aumentati del 40 per cento e i proteici del 20 per cento – spiega Flavio Furlani, allevatore veronese e presidente nazionale del gruppo di interesse economico zootecnico di Cia – Agricoltori italiani -. I costi, da 40-41 centesimi, sono saliti a oltre 45 mentre il prezzo del latte oscilla dai 36 ai 37 centesimi. Se la situazione era difficile prima, ora è drammatica, perché le aziende rischiano non solo di restare senza reddito, ma di indebitarsi fortemente. Il problema del rialzo delle materie prime, causato da speculazioni e accaparramenti, non è solo italiano, solo che da noi ad aggravare il quadro è l’eccesso di produzione di latte, che porta al ribasso del prezzo. Inoltre sugli scaffali si privilegiano i prodotti stranieri”.