“Per essere pronti alle necessità future che si potranno originare dai mutamenti climatici dobbiamo lavorare oggi” Così Raffaele Boscaini, coordinatore del Gruppo Tecnico Masi sintetizza lo spirito della inedita ricerca presentata oggi lunedì 10 aprile a Vinitaly, nel corso del Seminario Tecnico Masi a titolo “Masi Expertise AppaXXImento: fruttaio o vigneto” giunto alla XXIX edizione. Condotto in collaborazione con l’Università di Milano, il progetto promosso dal Gruppo Tecnico Masi (#GruppoTecnicoMasi) ha l’obiettivo di verificare un’innovativa tecnica di Appassimento in pianta mediante schiacciamento del rachide, nell’ottica di un suo possibile futuro utilizzo come risposta ai cambiamenti climatici. Obiettivo: analizzare gli effetti e confrontare il risultato qualitativo rispetto all’uva tradizionalmente appassita sui graticci di bambù. Non ancora utilizzato in Valpolicella, questo metodo prevede l’avviamento del processo di appassimento attraverso lo schiacciamento del peduncolo, lasciando l’uva in pianta dopo il periodo di maturazione. “L’innalzamento delle temperature – ha spiegato Lucio Brancadoro, professore della Facoltà Agraria dell’Università degli Studi di Milano – determina un sempre più frequente ritardo nella maturazione fenolica delle uve, che può tuttavia essere raggiunta se non si raccolgono gli acini. Lo schiacciamento del rachide al momento della vendemmia interrompe infatti il collegamento del grappolo con il tralcio, ma lascia proseguire le reazioni chimiche ed enzimatiche nell’acino. Questa soluzione potrebbe rivelarsi particolarmente interessante per la produzione dei vini della Valpolicella, che sono caratterizzati dalla morbidezza tipica delle maturazioni fenoliche complete”. Il Gruppo Tecnico Masi da oltre trent’anni studia la tecnica dell’Appassimento in tutti i suoi aspetti allo scopo di perfezionarla e mantenerla sempre attuale per la produzione di vini unici. “Le condizioni atmosferiche giocano un ruolo fondamentale in Valpolicella ancor più che altrove, pensiamo all’Amarone le cui uve si devono relazionare con i fattori climatici anche per tre o quattro mesi successivi alla raccolta” commenta Boscaini. “Queste recenti tendenze climatiche potrebbero offrirci nuove opportunità come i già mutati limiti della viticoltura, che si spingono sempre più a nord o i cambiamenti nella distribuzione di alcune varietà e, caso di maggior interesse per Masi, possono farci immaginare nuovi scenari anche per un’antichissima tecnica come l’Appassimento”.
Home La Cronaca di Verona CON L’APPASSIMENTO IN PIANTA SI PUO’ FRONTEGGIARE IL CAMBIAMENTO CLIMATICO?