Smaltita l’euforia per la vittoria nello spareggio salvezza contro lo Spezia adesso aleggiano tanti interrogativi attorno al Verona che verrà. Quella che si è aperta è una settimana importante perché si dovrebbero ufficializzare due passaggi fondamentali che seguono l’ordine delle cose scaturito dal finale di stagione. Francesco Marroccu darà l’addio al Verona per un matrimonio mai realmente consumato mentre, di riflesso, verrà rafforzata l’unione con Sean Sogliano, il grande artefice dell’insperata salvezza. L’ufficialità di Sogliano sarà poi determinante per chiarire chi sarà la guida tecnica di un Verona che sino alla fine di giugno ha quattro allenatori sotto contratto. Gli accordi con Zaffaroni e Di Francesco vanno ad estinguersi, restano in essere quelli con Bocchetti e Cioffi. Ma il nodo più grande da sciogliere riguarda la volontà del presidente Maurizio Setti su quali e quante risorse mettere in campo nella costruzione del prossimo Verona. L’Hellas ha conquistato una salvezza miracolosa ma la stagione appena conclusa ha lasciato solo macerie. Ai nastri di partenza della prossima serie A i gialloblù devono assolutamente cambiare volto. Valigie in mano, intanto, per Hien e Tameze. Sono i pezzi migliori, quelli più vendibili. Le mosse degli altri anni insegnano che se il Verona può fare cassa da qualche cessione, alcune partenze sono inevitabili. A scanso di equivoci, è giusto che sia così. Setti non ha la forza economica per dire di no a società ben più importanti e quindi è da mettere in preventivo che un paio di pezzi dell’ultimo Verona cambieranno aria. Se ne andrà anche Verdi. Il Verona non ha l’obbligo del riscatto e anche in questo caso l’amore non è mai veramente sbocciato. Delle operazioni messe a segno da Sogliano in inverno resteranno Ngonge, che ha comunque estimatori e Duda. Ma poi serviranno nuovi arrivi per mettere mano ad una lacuna evidente dell’ultimo Verona, quella del gol. Anche perché la prossima serie A si annuncia ancora più competitiva di quella trascorsa. Dalla B, vincendo il campionato in carrozza, è saliti il Frosinone. Non ci si faccia illusioni. I ciociari alle spalle hanno una società solida, un progetto ambizioso, stadio e centro sportivo di proprietà, insomma idee chiare. Le altre neopromosse, Cagliari e Genoa, rappresentano, invece, piazze di tradizione intenzionate a recitare un ruolo che la storia gli compete. Sulla griglia del Verona potrebbe esserci l’Empoli, reduce, tuttavia, da un campionato brillante e con tanti giovani messi in vetrina e il Lecce, ma i salentini possono piazzare qualche colpo sul mercato, vedi l’arrivo lo scorso anno del campione del mondo francese Umtiti dal Barcellona. Tra i nomi magari meno nobili della serie A del prossimo anno c’è anche il Monza, orfano del presidente Berlusconi. I brianzoli sembrano poter cambiare proprietà ma una squadra che conta nel proprio organico elementi come Sensi, Caprari, Pessina e Petagna, tanto per citarne alcuni, può essere considerata una possibile pericolante. C’è poco da fare. Il presidente Setti dovrà mettere mano ai cordoni della borsa se vuole evitare un’altra annata di passione. Oppure indovinare quelle autentiche scommesse, quegli azzardi che in passato gli hanno sempre dato ragione ma che nella scorsa estate ha, questa volta, indubbiamente fallito.
Mauro Baroncini