Con la Ronda della Carità gli “invisibili” sono al sicuro Lo scorso anno sono stati distribuiti oltre 75 mila pasti notturni, 13 mila colazioni e consegnate quasi 6 mila coperte

75.890 pasti notturni e 13.744 colazioni erogate. 5.708 coperte distribuite. 174 biciclette consegnate e 770 riparate. è un bilancio significativo che contiene molti altri risultati, quello della Ronda della Carità per il 2022. Tutti i veronesi hanno visto questa realtà all’opera almeno una volta. Un furgone, in giro per la città, che porta una parola di conforto, o una coperta, oltre che un pasto caldo, ai più vulnerabili, a coloro che nella nostra città vivono in condizioni di povertà estrema. Quando arriva la notte il cielo diventa il tetto per gli “invisibili” e il freddo una sgradevole compagnia. Incrociare i loro sguardi fa sentire impotenti. Tra loro c’è chi si sente rinnegato dalla società, chi vuole scomparire, chi nasconde una cicatrice, chi non vuole essere un peso. Vivono un presente intessuto di silenzi. In questo silenzio, La Ronda della Carità porta un aiuto concreto e, senza giudizio, assiste, sostiene, soccorre e si prende cura del corpo e dello spirito. Abbiamo intervistato Alberto Sperotto, Presidente di questa storica associazione.
Come è nata la vostra realtà?
La Ronda della Carità nasce 27 anni fa, nel 1996, da un gruppo di amici che, incontrando delle persone senza dimora in stazione, hanno iniziato a preparare della pasta per consegnarla. Da quel giorno non ci siamo più fermati e ogni notte siamo per le strade di Verona con la cena, coperte e vestiti.
Qual è la vostra mission?
La nostra attività consiste nell’assistere, sostenere, soccorrere e prendersi cura delle persone che per qualsiasi motivo si trovino in condizioni di difficoltà e di emarginazione, senza distinzione di sesso, etnia, religione e fede, con particolare attenzione verso le persone senza casa, senza dimora e senza tetto.
A quali attività nello specifico vi dedicate?
Oltre al servizio notturno di consegna pasti, dal 2020 sono nati molti nuovi servizi: i cucinieri di strada cucinano le derrate alimentari che i volontari della logistica raccolgono; il guardaroba, oltre a selezionare i vestiti e le coperte che arrivano ogni giorno, preparano gli ordini che vengono consegnati nel servizio notturno e durante le colazioni; le colazioni riscaldano il corpo a chi ha passato una notte all’addiaccio; quattro giorni alla settimana la lavanderia nei tuoi panni igienizza e lava vestiti e coperte; il barbiere di strada si prende cura del corpo, ma con le chiacchiere anche dello spirito; con il Bla Bla Ronda! invece si impara l’italiano; la ciclofficina Kamara d’aria ripara (e consegna) biciclette. Da non dimenticare il lavoro importante dei volontari e volontarie della segreteria.
Su quale territorio operate?
Sulle strade del Comune di Verona e negli spazi del nostro “Rifugio” di via Campo Marzo 32.
Quante persone collaborano alla vostra realtà?
Negli ultimi anni siamo cresciuti veramente tanto fino ad essere, oggi, circa 400 volontari con giovani e donne in aumento.
Avete in cantiere alcuni progetti di cui vorreste parlare in particolare? 
La nostra visione è quella di andare al di là dell’assistenzialismo cercando percorsi che possano riscattare le persone che vivono per strada ed è proprio su questo che vorremmo progettare. E il Bla Bla Ronda!, ma anche la ciclofficina, va proprio in questo senso. Oltre a questo, il Rifugio Ronda ospiterà un progetto di Community Center, di cui siamo partner con altre realtà che si occupano di marginalità, facendolo diventare un luogo dove chi vive in strada possa trovare supporto anche per l’inserimento lavorativo.
Vi viene in mente qualche “storia virtuosa” in particolare sorta grazie al contributo della vostra realtà? 
Storie ne raccogliamo ogni giorno e quelle virtuose sono indubbiamente quelle di coloro che “ce l’hanno fatta”, anche con il nostro contributo, a riavere una casa e un lavoro. Ma poi ci sono anche quelli che non ce la fanno e che la strada e il freddo accompagnano alla morte.
Cosa vi augurate dal futuro per la vostra realtà? 
La nostra visione è quella che, un giorno, non sarà più necessario esserci, perché non ci saranno più persone senza dimora… ma per il momento non possiamo che lavorare per essere sempre più capaci di stare a fianco delle persone più vulnerabili e che vivono in condizioni di povertà urbana estrema. Nel tempo, abbiamo acquisito molte esperienze e l’auspicio è quello di poterle mettere a frutto in una rete sempre più grande ed essere interlocutori anche dell’amministrazione nella co-progettazione di interventi.
Cosa direste per convincere una persona a portare un contributo alla vostra associazione? 
Non c’è nulla da aggiungere a quanto scritto nel nostro bilancio sociale, che pubblichiamo nel nostro sito ogni anno, dove il valore più grande che ci permette di esserci ogni giorno e ogni notte è il supporto dei volontari e dei cittadini di Verona. Cerchiamo anche di essere il più trasparenti possibile, per questo ogni anno lavoriamo per avere la riconferma del marchio “merita fiducia” da parte del Centro Servizi per il Volontariato… perché ogni donazione che riceviamo è un segno di grande responsabilità, che dobbiamo saper trasformare in servizi per chi è molto meno fortunato di noi.
Di che tipo di supporto avete maggiore bisogno? 
Di ogni cosa possa servire a chi vive per strada. Coperte per l’inverno e poi vestiti e donazioni; perché per poterci essere con oltre 300 pasti ogni notte, abbiamo bisogno di riuscire a pagare le utenze e riempire i serbatoi dei furgoni.

Stefania Tessari
(Sesta puntata)