Incassi e qualità. Social e tradizione. «Non è vero che con la cultura non si mangia». Cecilia Gasdia è soddisfatta. I numeri della sua seconda vera stagione da sovrintendente della Fondazione Arena la confortano. Il soprano veronese ha spiegato le ragioni in conferenza stampa e in una dettagliata intervista al quotidiano La Stampa. Partiamo dalle cifre. Quest’estate all’anfiteatro sono stati staccati 426.649 biglietti, ossia l’8,5% in più rispetto al 2018, in crescita anche del 3,47 rispetto al 2017. Lo spettacolo con l’affluenza media maggiore di pubblico è stato Il Trovatore. Il picco per la singola rappresentazione è stato toccato inevitabilmente con La Traviata postuma di Franco Zeffirelli. Con la cultura si mangia eccome, se è vero, com’è vero, che l’indotto del Festival è di circa 500 milioni, l’1,5% del Pil di una provincia benestante come quella di Verona. Anche le statistiche dei social sono in netta crescita, +43,3% su Instagram. L’Arena oggi è la quarta istituzione lirica più cliccata al mondo. A Verona sono tornati i big mondiali della lirica: la precedono l’Opera di Sidney, il Covent Garden e il Metropolitan Museum. «Abbiamo registrato molti sold out» ha sottolineato Gasdia che ha ricordato il galà di Placido Domingo, la prima della Traviata e i Carmina Burana diretti da Ezio Boso.
«Ma è un punto di partenza, non di arrivo» ha voluto puntualizzare la sovrintendente. A proposito di Domingo. Nonostante la vicenda #metoo, comunque tutta da dimostrare, il tenore e direttore d’orchestra spagnolo è già stato scritturato nel cartellone 2020: la data è quella del 7 luglio. Sono in corso trattative anche per la riconferma del soprano russo di Anna Netrebko, quest’anno al debutto. «Il desiderio» ha detto Gasdia «è di avere anche Jonas Kaufmann, che per me è il più grande tenore del mondo. Finché il contratto non sarà firmato non dico nulla». La Fondazione è già al lavoro anche per la stagione 2021, e non potrebbe essere diversamente visto che ricorreranno i 150 anni di Aida. Ne verrà prodotta una nuova. E nel 2022, per la stagione numero 100, in cartellone vi saranno o un Wagner o un Rossini. Quanto alla stagione invernale, ormai prossima, al Filarmonico verrà messo in scena l’Amleto di Franco Faccio. «Un titolo dimenticato» ha tenuto a precisare Gasdia «ma di grandissimo interesse». Un commento anche sui conti della Fondazione: «Siamo usciti dalla legge Bray e il debito è meno pesante rispetto ad altre Fondazioni». Insomma: bene, ma nessun dorma.