Con la breakdance contro il bullismo Lo spettacolo “#testadilegno” in scena anche per la rassegna “L’Altro Teatro/City”

Venerdì 7 febbraio 2025 al Teatro Camploy di Verona sono in programma due appuntamenti con #testadilegno, uno spettacolo presentato da ErsiliaDanza a firma di Alberto Munarin, che tratta il tema del bullismo attraverso il linguaggio della danza contemporanea e della break dance.
Al mattino, alle ore 10.30, il teatro Camploy ospiterà gli alunni delle scuole primarie e sarà tutto esaurito, un risultato che evidenzia l’attenzione verso “Ragazzi si Danza”, un progetto ideato da Ersiliadanza e dedicato alla formazione del giovane pubblico, quest’anno giunto alla 12a edizione.
Alla sera, alle ore 20.45, #testadilegno torna in scena per la rassegna L’Altro Teatro/City, organizzata dalla Rete RSVP in collaborazione con Ministero della Cultura, Regione Veneto, Comune di Verona e Arteven, reinterpretando con delicatezza Pinocchio, partendo da una storia per ragazzi scritta da Andrea Camilleri con Ugo Gregoretti, intitolata “Pinocchio (mal) visto dal Gatto e la Volpe” e pubblicata nel 2016. #testadilegno attualizza i personaggi inventati da Collodi, mostrando le dinamiche distorte che si creano tra quel burattino, così legnoso diverso e ingenuo, e i due compari “adolescenti”, aggressivi perché impreparati a relazionarsi con la sua diversità. Gli interpreti sono Alberto Munarin (il Gatto), Daniele Monticelli (Pinocchio) e Gessica Perusi (la Volpe). La regia e le coreografie sono dello stesso Munarin. Disegno luci e direzione organizzativa sono di Alberta Finocchiaro. Produzione e promozione: ErsiliaDanza, per la direzione artistica di Laura Corradi. «#testadilegno tratta tematiche legate al manifestarsi del pregiudizio e di quella forma di prevaricazione violenta e umiliante, definita bullismo, che spesso si insinua tra gli adolescenti», spiega Munarin nelle note di regia. «Quando un elemento insolito irrompe nella conformità comportamentale o estetica del gruppo di pari, il pensiero si arrocca su posizioni difensive di chiusura: la diversità pone in discussione la logicità della forma mentis, mette in dubbio le certezze e le abitudini, scardina il meccanismo dell’omologazione come mezzo per riconoscersi parte di un gruppo. Questa è la difficoltà che incontra un adolescente quando entra in contatto con ciò che non gli è familiare, ed un inconsapevole atteggiamento difensivo di chiusura gli impedisce di beneficiare della diversità come fonte di ricchezza, di occasione di confronto, di crescita personale».
«Lo spettacolo – prosegue il danzatore e coreografo di ErsiliaDanza – si concentra sul rapporto che intercorre tra Pinocchio, il Gatto e la Volpe. Il primo così legnoso, diverso e ingenuo, i due così “finti” nel presentarsi come cieco l’uno e menomato l’altro. Siamo nel Campo dei Miracoli. Gatto e Volpe sono due adolescenti che se la spassano allegramente, tra loro c’è complicità e affinità: sono l’eco l’uno dell’altra. In questo rapporto di complicità trovano il loro equilibrio. Pinocchio, burattino che si crede bambino, attira la loro attenzione: desta nel Gatto e nella Volpe una sensazione ambigua di curiosità e fastidio. In seguito alla chiamata della Fata Turchina, che raccomanda a Pinocchio di non perdere le monete che il padre gli ha dato, l’interesse dei due compari verso il burattino degenera. Denigrato, imbrogliato, preso in giro per aver creduto che seppellendo le sue monete avrebbe visto nascere un albero di soldi, ora Pinocchio trova consolazione solo nelle parole della Fata, che ricorda al Gatto e alla Volpe quanto pure loro siano “diversi” e “fragili”, soprattutto se non insieme. Grazie quindi all’intervento della Fata e all’atteggiamento attivo e propositivo dello stesso Pinocchio, i tre troveranno un nuovo equilibrio e una nuova forma di amicizia.».