«Con CosmoBike Show Verona è sempre più luogo di business e laboratorio nazionale per tutti i temi che riguardano lo sviluppo della ciclabilità, dalla mobilità urbana al turismo. Due asset fondamentali anche per lo sviluppo della manifattura di un settore, quello della bike economy, che in Europa muove 200 miliardi di euro». Lo ha detto all’apertura del CosmoBike Show il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese. All’inaugurazione della terza edizione della rassegna scaligera dedicata alla bicicletta che coinvolge oltre 350 aziende provenienti da 25 nazioni (60mila i visitatori attesi) erano presenti anche Federico Sboarina, sindaco di Verona, Ferdinando Pastore, dirigente Ufficio Tecnologia industriale, Energia ed Ambiente di ICE, Pino Caldana, vicepresidente della Provincia di Verona, Barbara Degani, sottosegretario al ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare, e Luca Zaia, presidente della Regione Veneto accompagnato dagli assessori regionali Elisa De Berti e Federico Caner, Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere e Paolo Coin, project manager di Cosmo Bike Show. Per il taglio del nastro, anche il campione italiano di ciclismo su strada e ‘cavaliere dei Quattro Mori’, Fabio Aru, di ritorno dalla Vuelta di Spagna. Con più di 11mila bike test sulle novità 2018, 21mila mq di area demo e prova, una pista di 400 mq completa di ostacoli, sequenze di paraboliche e tronchi, oltre a più di 30mila mq di esposizione coperta, CosmoBike Show propone anche quest’anno una formula dinamica e approfondita sul tema delle due ruote a pedali in tutte le sue accezioni: sport, turismo, mobilità, benessere, ambiente, economia. Tra gli eventi in programma nel corso della quattro giorni scaligera, anche i premi legati a cicloturismo e mobilità sostenibile, con l’Oscar del cicloturismo e il nuovo Urban Award, dedicato ai migliori progetti green urbani legati alla mobilità dolce. Numerosi i focus di approfondimento sui temi di filiera, a partire dai nuovi orientamenti del Governo sulla mobilità sostenibile per arrivare ai trend di mercato. E proprio dal business arrivano le conferme sulla centralità italiana nel settore della bicicletta: con una quota del 14%, l’Italia è infatti il secondo esportatore europeo (Eurostat), dopo il Portogallo (15%) e prima dell’Olanda (13%). Complessivamente, il made in Italy della bicicletta – trainato dal fenomeno e-bike – vale 1,2 miliardi di euro (Confartigianato, 2016), dato che sale a 3 miliardi se si considera anche l’indotto proveniente dal cicloturismo.