E meno male che le elezioni provinciali non contavano più nulla. Certo, è così per i cittadini, i quali si ritrovano rappresentati da politici che non hanno votato, quantomeno per ricoprire questo ruolo. Per i nostri amministratori invece, gli unici chiamati a eleggere il presidente dell’ente veronese, contano eccome. E ormai è un tutti contro tutti. La vicenda è arcinota: Scalzotto, sostenuto ufficialmente da tutto il centrodestra a parte la porzione di Forza Italia che fa capo all’onorevole Davide Bendinelli prende meno voti di Alberti, sostenuto dai tosiani e appunto dal neo coordinatore veneto degli “azzurri”. Succede però che in base al voto ponderato Alberti vince, ma per il rotto della cuffia, visto che 5 consiglieri che a Palazzo Barbieri avrebbero dovuto votare per lui non l’hanno fatto. “Radio Municipio”, che riporta spifferi provienti dai leghisti capeggiati da Mauro Bonato, oggi racconta che tra i “colpevoli” vi sarebbero il consigliere e deputato leghista Vito Comencini che assieme ad Anna Grassi avrebbe voluto farla pagare all’altro deputato del Car–roccio, Paolo Paternoster, il quale si era speso moltissimo per la candidatura di Scalzotto. Voci di corridoio poi raccontano che tra i tiratori franchi vi sarebbe anche Andrea Bacciga, esponente di “Battiti” che però starebbe spingendo per entrare in lega e avrebbe in Comencini il proprio referente. C’è però da dire che entrambi si sono complimentati più volte pubblicamente col sindaco di Cologna Veneta dopo la sua elezione. Conta quel che conta, ma lo riportiamo. Alcuni dei dissidenti leghisti si dice che avrebbero le prove della loro fedeltà, però nessuno le ha viste. E dunque sono i leghisti ortodossi ad accusare quelli eretici di aver complottato per vendetta. C’è chi tira in ballo anche il consigliere Andrea Velardi, affermando anche che non avrebbe ancora deciso se stare nell’ala di Forza Italia che fa capo all’assessore Daniele Polato o al già citato Davide Bendinelli. Velardi è una sorta di spin doctor per Sboarina, quindi diciamo che sembra improbabile un suo tradimento. “Radio Municipio” dà anche spazio alla voce di un piano, poi andato in fumo, architettato da alcuni consiglieri pro-Alberti, i quali avrebbero preso accordi con alcuni media per smascherare i dissidenti leghisti subito dopo il voto. Tentativo fallito.