Caro Setti,
prima di tutto, come si dice in questi casi, “complimenti vivissimi”. Alla fine, diciamolo pure, ha avuto ragione lei, che infila la terza promozione in serie A (un record, nessuno meglio di lei, anche questa è storia) e può rispondere con un sorriso dei suoi, alle mille critiche che ha dovuto sentire, subire, accettare. Lei aveva un solo modo per avere ragione: questo. Averlo fatto, aver riportato l’Hellas in A, è la sua rivincita. Silenziosa, ma per questo ancora più bella. Detto questo, caro Presidente, adesso è chiamato, stavolta per davvero, a dare una svolta alla sua storia e a quella dell’Hellas. Lo facciamo scendere, una volta per tutte, dall’ottovolante sul quale sembra divertirsi a “giocare”? Un anno in A e poi di nuovo in B, “poi ancora in alto con un grande salto” (ricorda, Lucio Battisti ?), poi ancora giù. no, stavolta no, non può e non deve accadere. Anche se il calcio non è scienza esatta, né un’operazione matematica, stavolta il finale dev’essere diverso. Lo merita la città. Lo merita l’ennesima risposta che lei ha avuto dalla gente. Dove lo trova, un entusiasmo così? Un affetto smisurato, senza fine. Come si fa a “tradirlo”? L’Hellas di Aglietti (a proposito, teniamolo, giusto?) va adesso ritoccato per costruire una squadra da serie A. Senza volare troppo in alto, sia chiaro. Del resto, lo dice la storia che lei di sicuro conosce, il Verona è stato tante volte in A, dove ha scritto una delle favole più belle di sempre, ma dove ha, soprattutto, lottato per salvarsi. Senza vergogna, senza arrossire. era il Verona di Garonzi, per esempio. Una delle squadre più amate dalla gente. Il Verona di Mascetti e Zigoni, Maddè e Sirena. non vinse niente, conquistò ap pena una finale di Coppa Italia, ma se lei gira per Verona, se lo ricordano tutti. o il Verona della famiglia Mazzi, persino il Verona di Pastorello, che si salvò a reggio Calabria con un miracolo di un certo Michele Cossato. Anche di questo, di sicuro, lei avrà sentito parlare. nessuno le verrà mai a chiedere, oggi, “Presidente, vogliamo l’europa”. ma tutti le chiedono, dopo la sua terza promozione, di “uscire da un equivoco”. Di dare una risposta certa, precisa, concreta, all’amore che l’altra sera ha riscoperto al Bentegodi. oddio, dirà lei, magari la metà di quelli che c’erano, “ce l’hanno con me e avranno riempito, un mese fa, la città di adesivi con Setti buffone”. Può essere, ma lasci perdere. La sua partita l’ha vinta, ancora una volta. Cerchi di volare alto, di capire davvero Verona. magari di “viverla un po’ di più”, di farsi vedere ogni tanto, di sentirla sua. Certo, lei ha una sua filosofia, ma ogni tanto, ci sta una variazione sul tema. Verona ama avvertire (almeno un po’) passione. Verona dà tutto per l’Hellas, ma chiede (giustamente) qualcosa in cambio. oggi le chiede di scendere dall’altalena. non a parole, quelle scappano via col vento. nessuno, caro Setti, le chiede di essere l’Atalanta. ma tutti le chiedono di essere il Verona.