Compensazione, no alle nuove regole Fattori: c’è molto scetticismo anche sull’introduzione del meccanismo automatico

“L’introduzione della riforma della procedura di compensazione degli aumenti dei prezzi dei materiali da costruzione negli appalti pubblici, inserita nel Decreto Aiuti, non risolve affatto le difficoltà che le imprese che operano negli appalti devono gestire. Anzi”. Ad affermarlo è Roberto Iraci Sareri, Presidente di Confartigianato Imprese Verona, che smonta l’utilità di una misura introdotta, in teoria, per aiutare le imprese, ma che, applicata alla realtà, si dimostra l’ennesima goffa iniziativa di facciata.
“Partiamo da un esempio banale presentato dai colleghi artigiani del settore Costruzioni – spiega Iraci Sareri –: i profili metallici per cartongesso. Oggi, per averli, si devono pagare 3,18 euro al metro lineare, ma il valore indicato sul prezzario regionale è di 1,83 euro, prezzo aumentato di 3 centesimi tra il 2019 e il 2021. Ora, con il possibile ulteriore aumento del 20%, percentuale prevista nella riforma della compensazione dei prezzi da costruzione negli appalti pubblici inserita nel Decreto Aiuti, si arriva a 2,19 euro. Una ditta, quindi, per fare il lavoro ci rimette 1 euro a metro lineare e, dato che nel realizzare, ad esempio, pareti in cartongesso per un ospedale i metri da usare sono migliaia, meglio lasciare perdere”.
Altra novità introdotta è il meccanismo automatico di compensazione.
“Siamo molto scettici su questo nuovo meccanismo – aggiunge Pietro Paolo Fattori, Presidente di Confartigianato Costruzioni Verona –, per diversi motivi. Il primo è che non siamo affatto sicuri che tutte le stazioni appaltanti si attivino per compensare i maggiori costi. La compensazione richiede che, in prima istanza, le stazioni appaltanti attingano alle proprie risorse per poi rivolgersi al Ministero. Ritengo abbastanza difficile pensare che, ad esempio, un Sindaco anticipi la differenza con le poche risorse che possiede, sperando poi nella restituzione da parte del Ministero”.