Un Natale tra luci e ombre per i commercianti veronesi. In linea con il trend nazionale, le vendite del periodo fanno segnare una sostanziale stabilità rispetto allo scorso anno, con alcuni distinguo. Confcommercio Verona ha interpellato alcuni presidenti delle categorie associate. “La domanda è analoga a quella di fine 2018, senza grandi exploit”, commenta Mariano Lievore presidente di Federmoda Verona-Confcommercio; il settore dell’abbigliamento vivrà poi a inizio anno, con i saldi, un altro momento importante. Alberto Dalli Cani, presidente del sindacato giocattoli e articoli da regalo di Confcommercio Verona, titolare di due negozi a San Bonifacio e Sommacampagna, rileva alcune criticità per il comparto: “La scarsa natalità e la concorrenza dell’online sono due problematiche importanti sulle quali bisognerebbe intervenire con politiche e misure ad hoc, tuttavia ci aspettiamo un Natale in linea o poco sotto quello dello scorso anno. Vanno bene le bambole e i giochi in scatola, mentre confidiamo sull’effetto traino del film Frozen e del relativo merchandising”. E per i libri? “Il quadro non è omogeneo e, anche a livello di Paese, riscontro andamenti discordanti”, afferma Paolo Ambrosini, presidente provinciale e nazionale di Ali-Confcommercio. “Quello che è certo è che il risultato commerciale è condizionato non solo dalla merceologia trattata ma anche dal contesto commerciale e urbano nel quale si opera. Personalmente riscontro un andamento positivo che spero si mantenga anche nei prossimi giorni; dicembre su dicembre, a metà mese, faceva segnare un più 8% circa, ma è presto per tirare le somme. Basta sbagliare una giornata per condizionare i numeri”. Stando ai dati di una recente indagine condotta dall’Ufficio Studi di Confcommercio, nonostante l’aumento della quota delle tredicesime disponibile per i consumi (35,7 miliardi contro i 35 dello scorso anno), la spesa media pro capite per i regali di Natale non cambierà tra il 2018 e il 2019 fermandosi a quota 169 euro. Il totale della spesa che sarà destinata ai consumi sarà pari a 29,1 miliardi, il 14,7% in più dello scorso anno, e ogni famiglia spenderà 1.278 euro, un dato che calcolato a prezzi costanti genera però un calo effettivo dell’1%. rispetto al 2018. La spesa media reale pro-capite sarà inferiore del 30,7% rispetto al 2009: dieci anni fa era infatti stata pari a 13,1 miliardi, mentre quest’anno sarà di 8,9 miliardi, in calo di 4,2 miliardi (-32,2%). “Numeri – sottolinea il presidente di Confcommercio Verona, Paolo Arena – che non fanno altro che evidenziare quanto sia importante tornare a sostenere la domanda interna, che da sola vale l’80% del Pil: sostenere la spesa diventa quasi una necessità”.