“Agec segue con la massima attenzione ogni segnalazione di possibili disservizi, guasti, problematiche presentate dagli stakeholder siano essi inquilini, professionisti cui è delegata la prima vigilanza come gli amministratori dei condominii, rappresentanti politici o delle istituzioni”,dice Maurizio Ascione, neo presidente Agec.”Non risultano però, in questi anni, segnalazioni agli uffici di Agec di problemi legati alla qualità dell’acqua in via Marin Faliero; l’immobile è stato amministrato direttamente dall’Ente sino al 2014 per poi essere seguito da professionisti esterni che non hanno evidenziato mai anomalie di questa natura. Questo non vuole essere un escamotage per non dar seguito alle affermazioni del consigliere Benini – anche se, per legge, soltanto l’Ulss è titolata a dichiarare potabile o no un campione d’acqua rispettando un protocollo ben preciso sul prelievo e sulle tempistiche di esecuzione del test-.
Agec provvederà quanto prima ad effettuare, in collaborazione con gli enti competenti e l’amministrazione del condominio, test scientifici per verificare la presenza o meno di sostanze inquinanti nel ciclo dell’acqua potabile di sua competenza e, nel caso, ad effettuare i rilievi necessari per trovare e rimuovere l’eventuale causa. Gli uffici dell’Agec sono stati, sono e saranno sempre al servizio degli utenti e della comunità veronese. Appena pronti, come di consueto, in piena trasparenza, verranno comunicati gli esiti di tali verifiche”.
L’intervento del Pd. “Nelle scorse settimane sono stato chiamato da alcuni residenti delle case Agec di Via Marin Faliero per l’ennesimo disagio a cui il “padrone di casa”, Agec, azienda speciale del Comune di Verona, non è mai riuscito a mettere rimedio: dai rubinetti esce acqua di un colorito non trasparente. Non sono appartamenti chiusi, al contrario sono regolarmente abitati dunque tale anomalia non può essere spiegata con del ristagno d’acqua nelle tubature”, spiega il consigliere Benini.. “La criticità, già segnalata all’amministratore di condominio, va avanti addirittura da alcuni anni, clamorosamente ignorata oppure dimenticata.
Su indicazione di una amica chimica decido allora di prelevare un campione di quell’acqua e portarlo a fare analizzare da un laboratorio accreditato. Quello che emerge dal referto è raccapricciante: in quell’acqua sono presenti 4.017 microgrammi di Ferro per litro, oltre 20 volte il limite dell’acqua potabile che è di 200 microgrammi per litro. Il piombo è a 21 microgrammi per litro, oltre il doppio del valore massimo consentito di 10 ugr/l. Giudizio tecnico: “Per i parametri ricercati i valori NON SONO CONFORMI ai limiti di cui al Decreto Legislativo 31/01” che fissa appunto i limiti dell’acqua potabile. Cosa aspetta il Comune ad intervenire? Deve abitare un amico della maggioranza perché qualcuno si muova e metta fine a questo ignobile degrado? Fareste bere ai vostri figli un’acqua del genere? Cuocereste la pasta in questo schifo?”.