Un’istantanea che merita di segnare un’epoca, quasi come lo scambio di borraccia tra Bartali e Coppi. Tra Pogacar e Vingegaard si realizza un gesto che vale quello scatto diventato icona di un ciclismo che, pensavamo, non ci fosse più.
Invece no, c’è ancora, perché il gesto di Pogacar e Vingegaard, ci riporta a una dimensione diversa, che forse avevamo dimenticato. Perchè significa la riconnessione di un grande spettacolo come il Tour, soprattutto questo Tour, con lo sport. Il ciclismo, nella dimensione eroica di due ragazzi che cercano di superarsi, rischiano al limite, cadono e si rialzano, torna alla radice autentica, al rispetto per gli altri, alla gioia dell’impresa, a promuovere amicizia.
Dopo la scivolata dell’avversario la maglia gialla attende, verifica, riceve la mano ed anche i complimenti e l’abbraccio alla fine da un altro grande, per una volta sconfitto. Questo ciclismo che torna sport, promuove i suoi protagonisti come la gioventù più bella, finalmente esempi da indicare. Ed è ancora più bello che questo gesto sia arrivato da due ragazzi, che ci parlano di uno sport dove puoi vincere o perdere, ma ci sono valori piùimportanti di una vittoria e di una sconfitta.