La fine della scuola è un momento complesso in cui tirare le somme dell’anno scolastico appena trascorso. Anche se solitamente ragazzi e genitori sono preparati sui risultati delle pagelle, non sempre è facile accettare le decisioni prese dal consiglio di classe.
Ogni ragazzo vive la bocciatura in maniera personale, così come la sua famiglia. A volte, di fronte a una bocciatura, i ragazzi sembrano rimanere impassibili. Ma è davvero così? E’ importante non fermarsi alla prima impressione.
Come affrontare la bocciatura
Una bocciatura è un’esperienza che attiva sentimenti forti e contrastanti. Un evento così importante non può non scatenare emozioni, che possono anche restare celate, che vanno dalla rabbia, al fallimento, ai sensi di colpa, alla tristezza… Passato il momento di impasse sarebbe importante promuovere in famiglia una riflessione sul perché di tale esito negativo, evitando di scaricare ogni cosa su cause esterne.
La domanda più corretta a cui dare una risposta potrebbe essere “perché non sono state recuperate le insufficienze e/o a non è migliorato il comportamento?” Troppe assenze, una cattiva condotta, una serie di brutti voti, un “periodo no” dovuto a eventi particolari, problematiche di salute…
Assumere un atteggiamento sano e produttivo significa innanzitutto individuare i motivi per i quali la “prova” non è stata superata. Trovare risposte, coinvolgendo anche i professori, può essere il punto da cui partire per comprendere cosa non ha funzionato ed evitare poi di ripeterlo.
I genitori in particolare potranno cercare di essere di aiuto al proprio figlio mantenendo un atteggiamento accogliente, anche quando sembra che al ragazzo non interessi nulla, spesso, dietro a un comportamento di sufficienza si nasconde la sofferenza per il fallimento, sarà importante quindi agevolare un atteggiamento non colpevolizzante e responsabilizzante, mostrare vicinanza emotiva, evitare di esprimere delusione… E non tralasciare di chiedersi “cosa non si è visto”.
Il disfattismo, affermazioni catastrofiche come ‘la scuola non fa per me’, “…cosa ne sarà di te” sono da evitare in quanto innescano un loop di pensieri negativi che possono trasformarsi in convinzioni errate, difficili poi da sradicare. Cambiare il mindset, in tal caso, è fondamentale per andare avanti. Dopo essersi dati il tempo per ammortizzare è importante rimboccarsi le maniche e, anziché farsi prendere dallo sconforto, fare tesoro dell’esperienza, trasformandola nella leva motivazionale per migliorare. Un insuccesso non significa niente, cadere vuol dire solo che bisogna rialzarsi!
Si tratta di imparare dai propri errori e un ragazzo lo deve fare principalmente per se stesso, per sentirsi fiero e orgoglioso di sé.